Fino a poco tempo fa la definizione “lupo solitario” veniva usata per indicare quei soggetti, di fede islamica, che mossi dai proclami lanciati sul web agivano per conto proprio ispirandosi all’ideologia e al fanatismo dell’Isis. Adesso per la prima volta i media si riferiscono a Tobias Rathien, cittadino tedesco autore della strage di Hanau in Germania dell’altra notte come “lupo solitario” neonazista. Le affinità sono infatti più che delle coincidenze, basti pensare che l’uomo, non si sa ancora se prima o dopo la strage, ha ucciso anche la madre e poi si è tolto la vita. Cosa possa centrare uccidere la povera donna in un evento di tipo politico, come dicono i suoi messaggi, non ha alcun senso se non quello della malattia mentale. Undici le vittime, di cui nove, sembra, di origine curda. Gli attacchi infatti sono avvenuti in due narghilè bar, i tipici locali turchi frequentati però anche da curdi e, negli ultimi tempi, da occidentali. L’attentatore ha lasciato un video e un documento scritto di 24 pagine indirizzato al popolo tedesco in cui si sottolinea la necessità di eliminare alcune popolazioni che non è più possibile espellere dalla Germania. Non risulta però alcuna appartenenza a gruppi neonazisti. Come ci ha detto Gian Micalessin, inviato di guerra de Il Giornale ed esperto di terrorismo e geopolitica internazionale in questa intervista, “la Germania sta attraversando un periodo difficilissimo, causato principalmente da Angela Merkel e dai suoi numerosi errori politici, in primis l’aver accolto nel 2015 milioni di profughi siriani come se la Germania fosse stata in grado di accoglierli tutti. La grave crisi economica che il paese attraversa ha invece accentuato la rabbia e i dissapori di certe fasce di popolazione di cui ha approfittato l’AfD, il partito di estrema destra che ha raccolto un grande successo elettorale alle ultime elezioni. A questo si assomma adesso la rabbia dei turchi che vivono da decenni in Germania, la più grande comunità in Europa occidentale, che potrebbe portare a un futuro di incidenti e di incomprensioni”.
Un “lupo solitario” neonazista: siamo davanti a un nuovo tipo di terrorismo, dal punto di vista ideologico, uguale nella pratica a quello islamista?
In realtà non è nuovo, perché il pensiero va subito alla strage in Nuova Zelanda nelle moschee islamiche. Anche lì avevamo un lupo solitario distaccato da ogni gruppo e dove la convinzione era generata attraverso la propaganda che viaggia su Internet. La Rete si conferma ancora una volta un contenitore di fanatici che reclutano facilmente questi personaggi facendo affidamento sui messaggi che passano dalla Rete stessa.
Però in Nuova Zelanda, a parte qualche fanatico, non esiste una realtà di gruppi organizzati neonazisti e neanche partiti di estrema destra che propagandano il razzismo come in Germania, no?
Questo, proprio come l’attacco in Germania contro una sinagoga, ci conferma trattarsi appunto di lupi solitari in qualunque parte del mondo siamo. Alla base della recrudescenza di destra in Germania è però la grave crisi che attraversa il paese, crisi anche di Angela Merkel, della sua leadership e dei suoi errori.
Cosa intende esattamente per errori della Merkel?
L’errore fondamentale è quello del 2015 quando si convinse sulla base del benessere economico tedesco di poter accogliere i profughi della guerra siriana, che invece hanno creato un grosso dissenso nella popolazione tedesca. Questo politicamente ha portato alla crisi e alla spaccatura della Cdu, il partito che dalla fine della Seconda guerra mondiale controllava tutti i voti del centrodestra. Molti di quei voti hanno cominciato a slittare verso le formazioni di estrema destra aiutandole a crescere politicamente.
Ci sono stati altri elementi che hanno portato alla crisi attuale?
L’altro errore è stato quello di non riuscire a trovare un successore, restando quindi una nuova leadership ai vertici dello Stato. Anche questa che ha favorito le formazioni di estrema destra come l’AfD. Il tutto ha causato un forte malumore sociale.
Pochi giorni fa dodici persone sono state arrestate con l’accusa di preparare attentati contro i migranti con lo scopo di scatenare una guerra civile. Siamo davvero davanti a questo pericolo? Il comunicato ufficiale dell’AfD non fa alcun riferimento a razzismo o al neonazismo, il che non è un buon segnale.
Sì, c’è il rischio che la tensione aumenti. Avverrà con l’imminente crisi economica, che colpirà le regioni orientali, dove sin dalla riunificazione è più evidente l’esistenza di gruppi dell’estrema destra.
Perché?
Perché in tutta quella parte del paese non c’è stata alcuna crescita economica, anzi. Dal nazismo sono passati al comunismo e poi in molte aree, nonostante i tentativi, hanno continuato a sentirsi cittadini di serie B in confronto al benessere dell’ovest. Questo ha creato sono sacche di neonazismo con intenti violenti.
L’intelligence tedesca sembra avere dei buchi o ci nascondono qualcosa?
Il problema è lo stesso avuto con l’islam radicale. Hanno a che fare con individui solitari radicalizzati nell’ambito del privato attraverso la Rete, diventa difficile individuarli prima che entrino in nazione.
In Germania esiste la più grande comunità turca in Europa. Hanno denunciato la polizia tedesca dicendo che si difenderanno da soli: anche questo alzerà la tensione?
Questo è un altro grosso rischio. Molto spesso le moschee turche sono il contenitore di organizzazioni legate ai servizi segreti turchi che indirizzano politicamente la minoranza turca. Questo fatto legato ai migranti, la tensione verso Erdogan visto da destra come un istigatore, rischia di innescare pesanti conflitti sociali.
(Paolo Vites)