Le discussioni sull’attentato dell’Isis in Russia, che ha provocato la morte di 140 persone, vanno avanti. Anche se l’episodio di violenza è stato rivendicato dallo Stato islamico, è emersa come riportato da Repubblica anche una pista che riconduce alla Turchia. Il motivo è derivante dal fatto che due dei terroristi del commando erano arrivati a Mosca da Istanbul. A confermarlo sono stati anche i servizi di sicurezza tuchi. I soggetti in particolare sono l’organizzatore dell’attacco, il venticinquenne Shamsidin Fariduni, e di uno degli esecutori, il trentenne Saidarkrami Rachabalizoda.



“I due sospettati, originari del Tajikistan, vivevano legalmente a Mosca da molto tempo ed erano liberi di viaggiare senza ostacoli tra Russia e Turchia in assenza di un mandato di arresto nei loro confronti. Crediamo che questi due individui si siano radicalizzati in Russia, data la loro breve permanenza in Turchia”, ha affermato un funzionario rimasto anonimo ad Afp. È proprio a Istanbul però che a fine marzo le autorità hanno arrestato 147 presunti militanti dello Stato islamico.



Attentato in Russia, due terroristi venivano da Istanbul? I dubbi

Nonostante i leciti dubbi, la Turchia respinge fortemente la pista turca per quel che concerne l’attentato in Russia. A ribadirlo è stata anche la Ministra degli Esteri Maria Zakharova. L’esponente del Governo ha definito “estremamente difficile da credere” la possibilità che lo Stato islamico abbia avuto la capacità di compiere l’attacco a Mosca. A tal proposito ha rilanciato le accuse nei confronti dell’Ucraina e dell’Occidente. Un’ipotesi di cui al momento non c’è la minima prova. 

Infine, la Ministra ha definito la “madre di tutte le fake news” una ricostruzione dell’agenzia Bloomberg che, citando fonti anonime, sostiene che alcuni stretti collaboratori di Putin avrebbero espresso dubbi sulla “pista ucraina”. A smentirla però è stato il bielorusso Aleksandr Lukash, che ha raccontato come i terroristi, dopo l’attentato, abbiano provato a fuggire in Bielorussia prima di ripiegare sul confine con l’Ucraina ed essere arrestati.