Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo ha aperto nuovi scenari riguardo l’attentato fallito allo Stadio Olimpico nel gennaio del 1994, che avrebbe dovuto causare la morte di ben 55 carabinieri, oltre a tante possibili vittime di passaggio al momento. “Non è che la fretta di Graviano per portare a termine il fallito attentato all’Olimpico era legata al fatto che la settimana dopo sarebbe stata annunciata la discesa in campo di Berlusconi?”. Questa la frase pronunciata da Lombardo durante la requisitoria nel processo ’Ndrangheta stragista. Secondo il pm c’è un legame tra la voglia di dare il “colpo di grazia” alla stagione stragista che l’Italia stava vivendo in quegli anni e la nascita di Forza Italia, che poche settimane dopo trascinerà il centrodestra alla prima vittoria elettorale alle elezioni politiche che fecero di fatto nascere la Seconda Repubblica. Giuseppe Graviano, boss di Brancaccio voleva cercare di chiudere in fretta una strategia della tensione cresciuta nei mesi precedenti. “Abbiamo il Paese nelle mani. Bisogna dare il colpo di grazia,” disse.
IL PM SU GRAVIANO E BERLUSCONI
Questa frase venne di fatto pronunciata da Graviano al pentito Gaspare Spatuzza, figura centrale nel racconto di come sarebbe dovuto andare quel tragico attentato, non avvenuto solamente perché non funzionò l’innesco. “Verosimilmente tra il 23 ed il 30 gennaio 1994 in Italia doveva succedere qualcosa. Trovate voi cosa – ha spiegato il procuratore Lombardo rivolgendosi ai giudici della Corte d’Assise – Rimaniamo tutti in prudente attesa che anche su questo fronte si possano dare risposte. Se tra il 23 e il 30 gennaio doveva succedere qualcosa, Graviano lo sapeva e per questo aveva fretta.” Questo perché, secondo Lombardo,”C’è un passaggio che noi, da italiani, non possiamo far finta di non aver sentito: ‘Mi chiesero di non fare cessare le stragi’, disse Graviano. Ecco qual è la spiegazione. Ecco che cosa Graviano ci è venuto a raccontare rispondendo a determinate domande quando poteva non farlo. Ecco come si collega il ‘colpo di grazia’”. E l’accelerazione avvenne, tanto che l’autobomba doveva esplodere al passaggio del pullman dei Carabinieri, non detonò per un difetto del telecomando e nei giorni successivi venne fatta rimuovere con il carro attrezzi per essere poi rottamata, quando l’esplosivo era già stato prelevato.