Ci sono tanti punti da chiarire sull’attentato a Trump, a partire dalla questione sicurezza: come è possibile che l’attentatore Thomas Matthew Crooks sia stato notato dai cittadini mentre si appostava sul tetto, a 150 metri dall’ex presidente Usa, ma gli agenti non lo hanno visto? Le indagini dell’FBI, devono chiarire cosa non è andato nella programmazione della sicurezza, cosa non ha funzionato a Butler, in Pennsylvania. Ad esempio, due agenti dell’FBI ai microfoni della Cnn si sono detti stupiti per il fatto che il tetto di un deposito da cui sono partiti i colpi non fosse stato messo in sicurezza per il comizio, vista la vicinanza con il palco da cui ha parlato il candidato repubblicano, rimasto ferito insieme ad altre due persone, mentre un partecipante è morto.
Stando all’analisi effettuata dall’emittente, l’attentatore si trovava a 120-150 metri dal palco, mentre i cecchini erano appostati nei pressi del palco. Secondo Steve Moore, agente speciale dell’FBI in pensione e con esperienza da cecchino, quel tetto non poteva non essere sorvegliato, mentre per un altro ex agente, Bobby Chacon, dovevano esserci cecchini su quel tetto, visto che aveva la visuale chiara sul palco. La mancata sorveglianza di quel tetto viene definita una grave falla a livello di pianificazione.
IL TETTO NON SORVEGLIATO E LA SEGNALAZIONE IGNORATA
Il tetto è rimasto libero e l’attentatore ha potuto agire, ma i due ex agenti sostengono che se pure i servizi segreti fossero stati allertati riguardo la presenza dell’uomo sul tetto, avrebbero potuto avere la visuale ostruita: infatti, ci sono video che circolano sui social da cui si evince che i cecchini puntano sul tetto dell’attentatore, ma vengono sorpresi dagli spari, rispondendo solo dopo, quindi non è da escludere che la loro visuale fosse ostruita ad esempio da un albero.
C’è poi la testimonianza di Ben Macer, un partecipante al comizio di Trump, il quale a Kdka News ha spiegato che ha visto l’attentatore spostarsi da un tetto all’altro prima dell’attentato e di aver lanciato subito l’allarme alla polizia. Infatti, c’è un video pubblicato da Tmz che riprende il momento dello sparo dell’attentatore. Quindi, non è chiaro perché l’attentatore non sia stato neutralizzato prima di sparare.
SICUREZZA CARENTE ANCHE DOPO L’ATTENTATO
Le indagini dovranno soffermarsi anche su cos’è successo dopo la sparatoria: gli agenti hanno fatto scudo sul tycoon, poi però si sono fermati dopo averlo aiutato ad alzarsi e in quel momento Trump, col volto insanguinato e il pugno al cielo, era scoperto e ben visibile, quindi poteva essere colpito da un altro attentatore. Solo dopo è stato trasferito sul van blindato dagli agenti di sicurezza.
L’attentato a Trump ha evidenziato carenze a livello di sicurezza da parte del Secret Service, che si occupa della protezione a vita di tutti gli ex presidenti: la direttrice Kimberly Cheatle è stata già convocata dal comitato di vigilanza della Camera Usa per un’udienza al Congresso. Il consigliere senior della campagna di Trump, Stephen Moore, ha puntato il dito contro la preparazione della sicurezza, segnalando alla Bbc che per l’ex presidente Usa è salvo per pochi centimetri e che bisogna verificare la preparazione del Secret Service.