Attentato Trump, proseguono le indagini sulle operazioni delle squadre di sicurezza che quel giorno dovevano controllare ogni dettaglio per evitare disordini e incidenti. Dalle ultime indiscrezioni pubblicate sui giornali statunitensi sembra essere confermata l’ipotesi che gli agenti erano stati informati da almeno 90 minuti prima della sparatoria, delle attività sospette del 20enne Thomas Crooks, autore del gesto che è costato la vita ad una persona e ha ferito gravemente altri due cittadini presenti al comizio, oltre che colpire l’ex presidente all’orecchio.
Il New York Times ha infatti pubblicato una serie di messaggi, estrapolati dalle chat di gruppo degli addetti alla sicurezza che dimostrerebbero non solo che gli agenti avevano notato gli spostamenti di Crooks, ma che lo stesso attentatore aveva scoperto di essere stato visto. Il tutto era stato corredato anche di foto e video, inviate nei gruppi per avvertire ed informare le forze dell’ordine in merito ai movimenti sospetti. Un allarme che quindi smentisce quanto riferito al Congresso sugli orari, perchè le segnalazioni sarebbero avvenute molto prima dei 60 minuti dichiarati nelle deposizioni.
I messaggi nella chat degli agenti di sicurezza il giorno dell’attentato Trump
I messaggi di testo inviati nelle chat del servizio di sicurezza il giorno dell’attentato Trump al comizio in Pennsylvania, parlavano di un ragazzo sospetto che aveva notato la presenza delle forze dell’ordine. In particolare uno di loro avvertiva di “Stare attenti”. In base a quanto pubblicato dal quotidiano New York Post, alle 17 e 38 uno degli agenti avrebbe anche suggerito di informare i servizi segreti, perchè aveva notato un ragazzo, che poi è stato confermato essere Crooks, che stava studiando l’edificio dal quale poi sarebbe salito sul tetto per sparare.
“L’ho visto con un telemetro che guardava verso il palco. Per vostra informazione. Se volete avvisare i cecchini di stare attenti. L’ho perso di vista“, avvertiva un addetto in uno degli ultimi sms. Poi sarebbero partite le ipotesi sull’esatta posizione dell’attentatore che si era spostato lontano dalle postazioni di controllo. Nelle ultime comunicazioni, come mostrano i testi intercettati e pubblicati dal New York Times, c’era anche chi nei primi minuti dopo la sparatoria non credeva all’attentato e scriveva nella chat della polizia locale: “In TV, stanno dicendo che Trump è stato colpito, ma io non ci credo”.