Lo speciale di Matrix su Canale 5 dedicato a Maurizio Costanzo esordisce ricordando l’impegno del giornalista contro la mafia. Le sue posizioni pubbliche durissime contro la criminalità organizzata portò all’attentato di Via Fauro in cui venne coinvolta anche Maria De Filippi. A ricordare quei momenti in studio è il giornalista Enrico Mentana che svela che al momento dell’attentato lui era poco distante dal luogo.



“Si è sentita una detonazione molto forte, sono corso lì, si era capito che era successo qualcosa di molto grave. Fu il capo della polizia a spiegarmi che Maurizio e Maria l’avevano scampata bella.” ha ricordato Mentana su Canale 5. Poi un aneddoto: “Chiamammo Maurizio ed era molto più tranquillo di noi. Lui aveva questa forza, era capace con una battuta di smorzare un problema e rendere più conviviale il clima e lui anche in quell’occasione lo fece.” (Aggiornamento di Anna Montesano)



Attentato di via Fauro: Maurizio Costanzo e Maria De Filippi coinvolti

Nel 1993 un’autobomba esplose in via Fauro a Roma, in quello che passò alla storia come l’attentato contro Maurizio Costanzo. Una storia particolare, di cui si è a lungo discusso, anche in sede di tribunale, e nella quale c’entrava anche, tra i mandanti, l’ex super latitante e boss Matteo Messina Denaro. Un attentato che, però, originariamente era stato organizzato un anno prima di quando effettivamente l’autobomba fu piazzata ed esplose, ma anche che avrebbe dovuto originariamente colpire il giudice Falcone o il ministro Martelli, che tuttavia non furono rintracciati dai mafiosi. Ma ripercorriamo la storia di quell’attentato a via Fauro, dal quale Maurizio Costanzo si salvò quasi per caso.



Attentato di via Fauro: cosa successe

L’attentato in via Fauro che cercò di colpire Maurizio Costanzo ebbe luogo il 14 maggio 1994 a Roma. Inizialmente, però, doveva essere programmato nel febbraio 1992, quando un gruppo di mafiosi spediti direttamente da Toto Riina arrivò a Roma per cercare Falcone e Martelli. Non riuscirono, forse fortunatamente, a trovarli e decisero di dirottare il piano verso Maurizio Costanzo, che venne pedinato e tenuto sotto controllo, individuando il momento preciso in cui colpire.

Per ordine dello stesso Riina, però, il gruppo venne richiamato in Sicilia e dell’attentato in via Fauro non si parlò più per oltre un anno. Nel maggio 1993 lo stesso gruppo venne nuovamente mandato a Roma, dove riuscì a piazzare una Fiat Uno, rubata ed imbottita di dinamite, sotto casa di Maurizio Costanzo. Era il 13 maggio e l’autobomba, per un difetto, non esplose. L’attentato in via Fauro venne, dunque, riprogrammato per la sera successiva. Il gruppo di mafiosi aspettava Maurizio Costanzo sotto casa, credendo che sarebbe arrivato con un’Alfa Romeo 164. Comparve, però, attorno alle 21:20 una Mercedes blu, su cui viaggiavano il presentatore e la moglie, Maria De Filippi. L’autobomba esplose tardi e, fortunatamente, entrambi ne uscirono incolumi, mentre la macchina della scorta di Costanzo venne travolta dall’esplosione, ferendo entrambe le guardie, Fabio De Paolo e Aldo Re.

Cosa c’entra Messina Denaro con l’attentato di via Fauro

Ci vollero circa 4 anni dall’attentato di via Fauro per ricostruire la catena di comando che diede l’ordine, e i nomi degli esecutori materiali dell’esplosione. Grazie alle dichiarazioni dei pentiti collaboratori di giustizia Vincenzo Sinacori, Francesco Geraci, Salvatore Grigoli, Pietro Romeo e Antonio Scarano. I mandanti dell’attentato ai danni di Maurizio Costanzo, tra i quali il pentito Spatuzza e lo stesso Scarano. Nella catena di comando, invece, Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Filippo e Giuseppe Graviano, Matteo Messina Denaro, Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, Giuseppe Ferro e Francesco Tagliavia.