Attilio Fontana, ricandidato alla presidenza della Regione Lombardia per il Centrodestra, ha concesso un’intervista al quotidiano “La Verità”, focalizzandosi in particolare sulla sanità. Innanzitutto, secondo Fontana, “dobbiamo proseguire sulla strada dell’eccellenza dei nostri ospedali. In quest’ultima legislatura abbiamo
investito tantissimo sulle tecnologie avanzate. Nasceranno nuove strutture: nosocomi nuovi partiranno a Cremona, Gallarate, nuove opere di ristrutturazione a Brescia. E poi dobbiamo promuovere quella sanità territoriale che si traduce in case e ospedali di comunità, per alleggerire il sistema sanitario: il Pnrr ci ha fatto avere 1 miliardo e 200 milioni, altri 800 li metteremo noi. Così facendo daremo una risposta più immediata alle esigenze sanitarie e sociali dei cittadini”.
Attilio Fontana ha poi rammentato che, quando a inizio pandemia fu tra i primi a indossare la mascherina, venne deriso anche da alcuni colleghi sindaci, aggiungendo che il 27 gennaio 2020, con Zaia e Fedriga scrisse all’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiedendo che venissero messi in quarantena tutti i viaggiatori che arrivavano dalla Cina: “Ci dissero che eravamo razzisti – ha ricordato Fontana –. Ci dissero che la pandemia era di esclusiva competenza governativa. L’allarme lo lanciammo prima degli altri, ma non ci ascoltarono”.
ATTILIO FONTANA: “COMMISSIONE D’INCHIESTA PARLAMENTARE SUL COVID? DIFFICILE LANCIARE ACCUSE, MA…”
Su “La Verità”, Attilio Fontana ha ammesso che, durante la pandemia di Coronavirus in Lombardia, errori “ce ne sono stati, anche se è difficile ancora oggi capire quali fossero le mosse giuste da fare”. Sarebbe pertanto utile una commissione d’inchiesta parlamentare, anche su vaccini e green pass? Il presidente uscente e ricandidato di Regione Lombardia ha evidenziato come vi siano “molte cose poco chiare. È emerso casualmente che pochi giorni prima della partenza del contagio, il governo Conte aveva in mano un rapporto che prevedeva ciò che sarebbe poi successo, e noi questo non lo sapevamo”.
Pur annotando queste cose, per Attilio Fontana “è difficile lanciare accuse: però è giusto indagare. Ricordo che, quando la situazione stava peggiorando, dissi a Conte: ‘Chiudi tutto, qui è un delirio’. La risposta fu: ‘Gli psicologi di Palazzo Chigi ci dicono che la popolazione non reggerebbe, ci sarebbero i morti per strada’”.