Tra i tanti argomenti ‘caldi’ che stanno animando le discussioni all’interno del governo presieduto da Giorgia Meloni l’autonomia differenziata è forse tra quelli più scottanti, con il governatorato lombardo di Attilio Fontana e quello veneto di Luca Zaia che non attendono altro che un via libera definitivo; mentre – dall’altra parte della barricata – le opposizioni lamentano una possibile divisione in tanti piccoli staterelli del nostro paese e le Regioni (specie del Sud) temono di rimanere indietro rispetto alle loro ‘colleghe’ settentrionali.
Non a caso contro l’autonomia si sono già espresse Sardegna e Puglia che hanno impugnato la norma davanti alla Corte Costituzionale per chiederne l’abrogazione e proprio da qui parte il già citato Attilio Fontana in un’intervista rilasciata per il Quotidiano Nazionale in cui conferma che si opporrà ai ricorsi sardi e pugliesi: “È doveroso – spiega – sostenere e difendere il nostro punto di vista e i nostri diritti” specialmente a fronte di quello che ritiene si tradurrà in un “danno” nel caso la posizione sarda e pugliese venisse accolta dalla Corte.
I ricorsi – infatti – il governatore lombardo ritiene siano solamente dovuti a “questioni politiche e strumentali” dato che l’opposizione alla legge Calderoli “è tra le poche cose che tengono insieme il centrosinistra“; peraltro opponendosi ad una norma originariamente proposta da loro stessi dato che “il primo a chiederla fu l’ex presidente Pd dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che aveva Elly Schlein come vice“.
Attilio Fontana: “Nessuna crisi nel Governo e Vannacci non sposterà voti dalla Lega”
Soffermandosi in particolare sulla posizione della sarda Todde – che ha definito “una presa in giro” i famosi LEP -, Attilio Fontana ricorda che “lei rappresenta una Regione che ha un’autonomia più larga” di quella del Ddl Calderoli e – seppur concordi sul fatto che sia necessario discuterne approfonditamente – ritiene anche doveroso applicare la legge in modo “graduale” partendo proprio da “quelle materie che non li prevedono”; così come respinge anche l’ipotesi mossa dalla CEI che con il percorso dell’autonomia si andrebbe ad inficiare sul “vincolo di solidarietà” visto che “grazie ai Lep (..) ce ne sarà di più di quanta ce ne sia oggi“.
Se tutto dovesse andare secondo i piani Attilio Fontana si dice pronto a discutere “sulla delega delle materie” con Calderoli già “a inizio ottobre“, mentre dal conto suo il testo sarà operativo “entro un anno per le materie” senza Lep. Abbandonando poi questo argomento, il governatore lombardo respinge anche l’ipotesi – proposta da Forza Italia – di introdurre lo Ius scholae visto che sarebbe illogico rispetto alla cittadinanza garantita ai “lavoratori” e avanza l’idea di “discutere del taglio dei tempi per la concessione della cittadinanza” passando a “pochi mesi” dall’attuale media di “4 anni”.
Secondo Attilio Fontana comunque – nonostante le discussioni con i forzisti e il caso Sangiuliano – non c’è nessun campanello d’allarme che possa far pensare che “il Governo stia scricchiolando”; e passando ad analizzare il suo stesso partito non crede sia necessario “cambiare” né leader, né agenda politica ma solamente “ribadire con forza i temi fondativi”, così come nega che il generale Vannacci e il suo partito possano essere un pericolo per i voti a favore della Lega visto che “chi si riconoscer nei [nostri] valori non si riconosce in quelli di Vannacci”.