Attilio Fontana è amareggiato dalle critiche che sta ricevendo la Regione Lombardia. «I lutti sono una cosa seria e terribile, le strumentalizzazioni politiche no. E hanno poco a vedere col dolore della gente», ha dichiarato il governatore nell’intervista rilasciata a Il Giorno. Ritiene che la politica stia speculando sui morti: «Passata la grande paura, lo choc che a febbraio aveva paralizzato la politica italiana, è arrivato il giorno in cui si è deciso di attaccare il modello lombardo». Proprio del clima d’odio che sente attorno a sé ha parlato col presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Ci siamo sentiti e ci sentiamo anche abbastanza frequentemente. Mattarella si è dichiarato molto preoccupato. A fronte di tanti veleni, il rischio è che nascano cellule impazzite, difficili da controllare». Il riferimento è anche alle minacce che ha ricevuto. A proposito della scritta “Fontana assassino”, il presidente della Regione Lombardia ha spiegato: «Qui abbiamo preso decisioni e avallato scelte che non erano di base ideologica. Ma all’opinione pubblica è stato fatto credere il contrario».



ATTILIO FONTANA TRA ODIO, POLEMICHE E ACCUSE

Nella Regione Lombardia si è creata una situazione grave ed eccezionale a causa del coronavirus, ma per Attilio Fontana la causa non è politica o amministrativa. «Ha colpito dove più numerosi erano i collegamenti con la Cina e con chi era malato, senza saperlo, già da gennaio. O addirittura da dicembre, secondo quanto si è scoperto ora», ha dichiarato a Il Giorno. Quindi, nella diffusione del coronavirus avrebbero avuto un peso alta densità demografica e di imprese e la grande mobilità. A proposito della “strage” nelle Rsa, invece, Fontana ha spiegato: «Essere accusati di aver fatto perdere risorse economiche con il lockdown è una cosa, essere accusato di aver fatto perdere vite umane è un’altra. E fa male. Sapendo, però, qual è la natura di queste accuse, io sono sereno». Anche l’ospedale in Fiera a Milano è al centro delle polemiche. «Continueremo ad attrezzarlo, per portare ad oltre 200 i posti in terapia intensiva». Fontana, dunque, ne allestirebbe altri, ad esempio a Brescia e nella Bassa Lombardia. «Entro un mese invieremo il progetto al governo». Infine, sulle politiche sanitarie: «Il modello Lombardia, tanto criticato a Roma, ha funzionato. Si parla troppo poco dei guariti, dell’efficienza dimostrata dagli ospedali, dal valore delle ricerche mediche messe in campo».

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