Herb Geraghty, attivista pro vita ateo che ricopre il ruolo di direttore esecutivo dell’organizzazione apartitica Rehumanize International, negli Stati Uniti, rischia fino ad 11 anni di carcere. Il capo di imputazione, come riportato da InfoCatholic, è l’infrazione del Face Act per avere, nel corso di una manifestazione, ostruito l’ingresso ad una clinica per aborti in Pennsylvania il 22 ottobre 2020. Insieme a lui, come individuato dalla Polizia, c’erano anche altre nove persone, per lo più anziane, che adesso vanno incontro al medesimo provvedimento: Lauren Handy, Joan BellJonathan DarnelWilliam GoodmanPaulette Harlow, John Hinshaw, Heather Idoni, Jean Marshall e Jay Smith.



Il Face Act sottopone infatti a procedimenti federali chiunque “danneggi, intimidisca o interferisca intenzionalmente (o semplicemente provi a farlo) con qualsiasi persona” che cerca di “ottenere o fornire servizi di salute riproduttiva”. La pena prevista per questo reato, in caso di condanna, è l’arresto fino a 11 anni e una multa fino a 260.000 dollari.



Attivista pro-vita rischia condanna a 11 anni: la legge negli Usa

In quasi tre decenni, da quando il Face Act è stato promulgato nel 1994, come riportato da InfoCatholic, è stato usato raramente per perseguire i difensori della vita. La situazione però sta cambiando nel recente periodo: nel solo 2022, sotto il Dipartimento di Giustizia di Biden/Garland, ci sono stati almeno 22 attivisti pacifici pro-vita accusati dalla legge. Tra questi rientra anche Herb Geraghty, l’attivista pro vita ateo che adesso rischia una condanna a 11 anni. L’aspetto rilevante nella vicenda consiste proprio nel fatto che si tratta del primo imputato non cattolico della storia. 



Le possibilità che l’uomo, così come altri membri dell’organizzazione apartitica Rehumanize International, venga condannato sono concrete, date le prove a suo carico. “Secondo l’atto d’accusa sostitutivo, come membro della cospirazione, Geraghty ha contattato Lauren Handy per pianificare il blocco. La donna ha organizzato l’alloggio per i suoi co-cospiratori dal Michigan, New York e Boston e ha ottenuto una donazione in denaro per pagare una prenotazione Airbnb per lei e Geraghty”, hanno spiegato fonti autorevoli in Pennsylvania.