Il prossimo 2-3 agosto sulla nuova piattaforma “SkyVote” si voterà per il nuovo Statuto del Movimento 5 Stelle redatto dal futuro leader Giuseppe Conte: se da un lato la “pace” tra i due litiganti, Grillo e l’ex Premier, è in qualche modo stata raggiunte (faticosamente) nei giorni scorsi, l’opposizione di una parte degli iscritti e attivisti M5s risulta decisamente più ostica da “debellare” per l’avvocato pugliese. L’Adnkronos ieri ha visionato e pubblicato in ampi stralci un documento-manifesto dal titolo eloquente “Io dico No” in cui vengono indicati 18 motivi per votare contro lo Statuto “contiano” che manderà in soffitta l’originario Statuto di Conte e Casaleggio (senior). Si va dalla votazione stessa illegittima fino ai suoi contenuti, passando per il ruolo ridimensionato del Garante Beppe Grillo: tanti i motivi, molti ostici, per contrastare l’ascesa del nuovo e potenziale capo politico unico che prenderà il Movimento qualora venisse approvato lo Statuto da lui stesso presentato (a quel punto, vincesse il Sì, verrà preparato un nuovo voto per eleggere come leader Giuseppe Conte).
Nella recente Assemblea con i parlamentari M5s, l’ex Premier ha illustrato nel dettaglio il corposo nuovo Statuto sottoposto al voto degli iscritti il prossimo 2-3 agosto: ha difeso il Reddito di Cittadinanza, ha attaccato il Governo Draghi sulla riforma della giustizia ma anche assicurato lealtà e partecipazione all’esecutivo anche nei prossimi mesi. Seppure rimangano diverse voci “non convinte” all’interno dei gruppi parlamentari – diversi sono intervenuti spiegando come il nuovo Statuto rischi di mettere a rischio l’identità delle origini del Movimento – non è da quel fronte che Conte dovrà temere qualcosa, visto che un accordo politico (specie per evitare una chiusura anticipata della legislatura che porterebbe a nuove elezioni con il taglio dei parlamentari per legge voluta dagli stessi grillini). Sono invece le tante voci discordanti nella base, confusa da più di un anno di “vuoto di potere” dopo le dimissioni del capo politico Luigi Di Maio.
ATTIVISTI VS CONTE: I MOTIVI DEL NO
In primo luogo, il documento “Io dico No” contesta la decisione di votare sulla piattaforma SkyVote e non sulla “vecchia” Rousseau, come in un primo momento aveva contestato lo stesso Beppe Grillo nei giorni di fuoco dello scontro con Conte: «è illegittima perché gli strumenti informatici attraverso i quali l’associazione MoVimento 5 Stelle deve organizzare le modalità di gestione delle votazioni sono quelli della ‘Piattaforma Rousseau’». Il voto poi viene considerato illegittimo anche per la quasi totale mancanza di confronto democratico con gli iscritti sulla proposta di Conte, valutata solo da alcuni dei vertici del Movimento per tentare di trovare una sintesi tra le richieste di Conte e i diktat di Grillo. Il documento attacca anche la «struttura verticistica del M5S» disegnata dal nuovo Statuto, affermando che «agli iscritti è impedito il diritto di candidarsi alla guida del Movimento». Come rileva Adnkronos mostrando la parte del pamphlet “incendiaria”, «L’unico candidato alla corsa per la guida (Conte, ndr) è infatti imposto dal Garante e gli iscritti possono esclusivamente ratificare una decisione unipersonale senza poter esercitare il legittimo diritto di scegliere i propri rappresentanti».
Nel nuovo M5s di Conte inoltre viene decisamente ridimensionato il ruolo di Beppe Grillo come Garante del Movimento, lamentano gli attivisti nel documento che circola sempre di più nelle chat degli iscritti pentastellati: «il nuovo statuto di Conte lega le mani al garante Beppe Grillo, che risulterà essere una figura assolutamente ridimensionata e senza quasi poteri di intervento». Sono poi «abolite le libere candidature dal basso» e viene creata una struttura di «nominati da un nominato», oltre a non esserci strumenti «di recall per gli iscritti». Il documento per il No sottolinea poi come «La scelta di creare tanti comitati inutili, ridondanti e con competenza per certi aspetti anche sovrapponibili, creerà una burocrazia interna rigida, anacronistica e cavillosa che renderà lente e paludose le azioni del MoVimento». Infine, la semi-cancellazione di tanti elementi storici delle origini del M5s sconcerta la base: cancellati i meet-up, no chiarezza sul limite dei 2 mandati e infine «Imporre il numero minimo di 50 componenti per costituire un gruppo taglia, infatti, le gambe agli attivisti dei piccoli e medi comuni che in tanti anni hanno contribuito volontariamente e gratuitamente con il loro attivismo nelle migliaia di piccole realtà cittadine che sono state il cuore pulsante del MoVimento in tutti questi anni». Infine, si contestano i poteri «pressoché assoluti di Conte», dal momento che il futuro presidente del M5S «potrà decidere in autonomia la maggior parte delle scelte previste da statuto». Il 2-3 agosto il voto sullo Statuto rischia di essere decisamente meno “scontato” nell’esito come si poteva pensare alla vigilia…