Aspetti positivi ma non solamente. L’intelligenza artificiale, come è noto ormai da tempo ai più, nasconde insidie e pericoli che vanno ben esaminati prima di permettere alla tecnologia di appropriarsi della nostra quotidianità. A dimostrarlo è – tra le altre cose – un fatto accaduto a Pesaro solo pochi giorni fa. Una signora è stata contattata su Whatsapp da quello che credeva fosse il figlio, che le diceva in un audio: “Fammi subito un bonifico istantaneo”. La voce, infatti, era proprio quella del ragazzo, che era stata clonata dall’Ai, in grado di riprodurla nella maniera più precisa possibile, spiega Libero. La donna si è allarmata e aprendo l’app della banca sul cellulare ha provato a far partire il bonifico ma fortunatamente non è riuscita ad inserire l’Iban che le era stato indicato.
Nel frattempo la signora è stata chiamata dal padre del figlio, che le diceva che il giovane fosse in quel momento con lui. Dunque, per la famiglia di Pesaro è finito tutto nel modo migliore. Complice l’Iban non riconosciuto dall’app della banca e la chiamata dell’uomo, la signora ha evitato di sperperare migliaia di euro, facendoli finire nelle mani dei truffatori. Ad altri, però, è andata un po’ meno bene. L’Ai, infatti, è in grado di rubare la voce e processarla, riuscendo a riprodurla esattamente identica e permettendo dunque ad una macchina di far dire ciò che vuole.
Le truffe con l’intelligenza artificiali: a Hong Kong guadagnati 25 milioni
Truffe sempre più sofisticate quelle che si è in grado di compiere attraverso l’Ai. Tre giorni fa la polizia postale ha sventato un falso trading on-line oscurando 473 siti, account e annunci che avevano diffuso un video falso contenente il marchio di Eni Spa, che adesso si è definita parte lesa. L’annuncio invitava ad investire i risparmi proprio nell’azienda, che ovviamente non aveva niente a che vedere con quella promozione, sottolinea Libero. A Hong Kong una truffa simile ha truffato 25 milioni di dollari. Nel dettaglio è stata creata una video-conferenza falsa, che ha riprodotto per filo e per segno il direttore di una società finanziaria, che chiedeva di spostare i fondi su cinque conti differenti. In tanti ci sono cascati.
Ma quanto si riesce a capire se un contenuto sia falso o meno? Lo scienziato cinese Zeyu Lu ha inventato un programma per analizzare le immagini dell’intelligenza artificiale e capire se siano vere o meno ma nel 13% dei casi la contro-prova non funziona. I contenuti prodotti con l’AI variano: si passa dal tradizionale phishing, con video e messaggi pescati sui social, alle estorsioni di carattere sessuale (vengono create foto compromettenti e poi utilizzate per ricattare qualcuno). Secondo Facile.it, cinque milioni di italiani vedono l’intelligenza artificiale come una minaccia e uno su due teme che possa essere usata per fini fraudolenti, come appunto in questo caso.