Come proseguimento del percorso cinematografico sulla perdita della memoria, dopo L’amore dimenticato (2023), vi propongo una serie tv canadese di dieci puntate con durata ciascuna di 20 minuti in streaming su Raiplay: Audrey è tornata (2021).
Audrey è una ragazza alla fine del liceo che per un incidente resta in stato vegetativo per sedici anni, finché inaspettatamente si risveglia. Non si ricorda nulla del passato, madre e padre, amica, ma si chiede: Chi sono io? Cosa mi è successo?
Si ritrova in un mondo per lei nuovo, deve riacquistare il linguaggio e il significato delle parole. Anche i genitori per lei sono delle persone sconosciute. Nei sedici anni trascorsi si sono separati, la madre si è risposata, è nata una sorellastra ormai adolescente, il fratello ha due figli piccoli ed è stato appena lasciato dalla moglie.
Il suo inaspettato risveglio scombussola il tran tran della nuova famiglia e di suo padre che le è sempre stato vicino. Si alternano le sedute di riabilitazione fisica, ortofonia, psicologiche. Emergono le difficoltà sopite tra la madre e il primo marito. La motivazione della separazione è dovuta all’intenzione della madre di staccare la spina ad Audrey, mentre il padre non era d’accordo ed è riuscito a imporsi.
La giovane pian piano progredisce in tutto e per tutto, e il suo grido di scoprire chi fosse lei, come è avvenuto l’incidente, perché non fosse stata soccorsa dalla donna che provocò la fatalità, la porta inizialmente a un’ansia che pian piano diventa determinazione nello scoprire tutto del suo passato. C’è una crescita parallela in questo e nel progredire sotto l’aspetto fisico.
Si paleserà la sua amica del cuore con i suoi problemi non risolti, il ragazzo che l’aveva lasciata a piedi prima dell’incidente, andrà a trovare la donna che l’ha investita ormai in punto di morte e che lei perdonerà. Un percorso ostinato e volitivo narrato con la riscoperta della musica, del cantare, dei colori, del suo corpo, del mangiare, camminare, conoscere. Ogni episodio sottolinea uno di questi aspetti. Un desiderio di vita totale che vuol approfondire l’accaduto passato per poter vivere il presente e il futuro.
Quando sarà serena rispetto a questo, il sogno ricorrente che per tanto tempo la perseguitava svanirà: un essere con sembianze umane ben vestito che si muove sui trampoli con il cranio da corvo e che la segue.
Vale la pena vedere questa serie scritta e interpretata da Florence Longpré, realistica nelle movenze e nel linguaggio della persona disabile. Non risulta per nulla una macchietta e il doppiaggio in italiano è perfetto.
Il tema della narrazione è la rinascita e la riscoperta di se stessi, ma c’è anche dell’altro. Ecco alcuni spunti per discussioni e approfondimenti.
– La scelta del padre di non voler staccare la spina pone domande a chi invece questo lo vuol fare, una questione etica che, in Italia, la frangia dei nuovi radicali sta portando avanti a suon di autodenunce alla magistratura vista l’assenza di una discussione parlamentare, per instaurare una cultura della non vita nella testa delle persone con i soliti mass media in prima fila. Un porre lo strato di ghiaia per poi asfaltare e rendere la strada percorribile da tutti.
– Audrey si sveglia e i suoi genitori sono divorziati, la sua ortofonista lo è, il fratello viene lasciato dalla moglie, la nuova la famiglia è allargata, la madre e il nuovo marito decideranno una pausa. Specchio della società odierna.
– La sorellastra adolescente la accompagna alla scoperta del mondo attuale e rivela i suoi desideri, la sua fragilità, la ricerca di una sessualità non convenzionale.
– L’amica di gioventù che lei aiutava fin a rasarsi i capelli per far sì che lei fosse la protagonista della recita scolastica, si palesa, ma si scopre che è succube sessualmente e psicologicamente dell’ex compagno della madre. Sarà Audrey a liberarla da questo.
Vari e non pochi spunti non buttati lì a caso o per moda attuale.
Non è una serie tv alla Prime Video e Netflix con action e colpi di scena, la fotografia, le scenografie, i costumi, lo sforzo tecnico non sono simili per nulla a quelle delle due major. Potrebbe essere considerato povero nel raffrontarla, non è così, vi è un’essenzialità che ci riporta alla vita reale.
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