Nell’ultima puntata di “DiMartedì” il giornalista e storico Corrado Augias si è dilettato in una particolare – anche se già vista più volta – “lezione” su cosa sia al giorno d’oggi la sinistra e la destra, dando solo in apparenza un significato di mera analisi politica e politologa: si è trattato di un manifesta, seppur di pochi secondi, sul perché essere di sinistra sia “giusto” e perché invece l’esser di destra sia “facile e di facile istinto”, praticamente una reazione di pancia. «Essere di destra è facile, perché essere di destra vuol dire andare incontro a quelle che sono le spinte istintive che tutti, o quasi, hanno…», pontifica Augias davanti ad un Bersani compiaciuto anche se forse non del tutto d’accordo. «Quelle spinte istintive vengono invece moderate te e indirizzate magari meglio dal ragionamento e dalla conoscenza degli argomenti e da un senso nobile di altruismo, tipico della sinistra»: la “superiorità” morale della sinistra applicata all’ennesima potenza, dove le qualità dell’una – la sinistra – si vedono soccombere dalla forza delle qualità negativa dell’altra – la destra. Ma il pensiero, pur politico che sia, può essere ridotto a questo? «Essere di sinistra è più difficile, perché gioca su un terreno in cui la conoscenza degli argomenti è fondamentale. Quello di destra dice ‘a me gli immigrati fanno schifo’ e il suo discorso finisce lì..», conclude nella sua analisi Corrado Augias che sembra concludere lì la vicenda, senza alcun appello alcuno.



COME GABER “SMONTEREBBE” CORRADO AUGIAS

Se però, per puro caso, fosse stato collegato con Floris un certo Giorgio Gaber – non certo un pensatore e rappresentante della destra – potrebbe aver voluto, magari controvoglia, ribattere smontando la tesi dell’intellettuale di sinistra. Augias riferisce le idee di destra peggiori e quelle di sinistra migliori: lungi da noi voler ribaltare la vicenda dicendo che la destra sia meglio della sinistra – chiunque dica che qualcosa e soprattutto qualcun altro “fa schifo” non è di sinistra o di destra, ma è un poveretto per non dir di peggio – ma non ci sembra onesto intellettualmente concedere una differenziazione tra due pensieri riferendoli l’uno con lo “specchio peggiore”, ovvero il fascismo e il razzismo, e l’altro invece nel suo “specchio migliore”, ovvero la cultura, l’analisi e l’altruismo. «Tutti noi ce la prendiamo con la storia; Ma io dico che la colpa è nostra; È evidente che la gente è poco seria; Quando parla di sinistra o destra; Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…»; è la canzone più famosa forse di Giorgio Gaber eppure spesso viene presa come una decostruzione “nichilista” sul fatto che oggi non ci sono più gli schemi e le culture di una volta. Niente di più miope e Gaber bene lo spiegava in un’intervista dove l’interlocutore medio “alla Augias” sarebbe stato smontato con pochi passaggi. «Con Destra-Sinistra cosa volevo dire? La polemica è su questo apparente fortissimo antagonismo delle due parti. Io sono convinto che in questo momento la politica ha poche possibilità di risolvere i nostri problemi e che esasperare questi contrasti fa bene solo alla politica e non al Paese. Quindi la canzone nasce per smontare questo dualismo così violento e riportare tutto alle cose che riguardano la gente e che interessano al Paese.»; G.G. lo diceva anni fa in un’intervista a Vincenzo Mollica e lo faceva con quell’innocente semplicità di chi non ha paura a passare per il destrorso o il sinistrorso a seconda di chi non vuole ammettere che prima della politica, dello scontro dialettico e del pregiudizio, vi è un pensiero. Vi è una libertà. Vi è soprattutto, una persona.



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