CORTE COSTITUZIONALE, ELETTO ALL’UNANIMITÀ IL PROF. AUGURO BARBERA: RIMARRÀ PRESIDENTE PER UN ANNO

Augusto Barbera è ufficialmente il nuovo Presidente della Corte Costituzionale, eletto all’unanimità dopo che già nelle ultime settimane dirigeva la Consulta come “facente funzioni” dopo le dimissioni per raggiunti limiti del Presidente emerito uscente Silvana Sciarra (che un anno fa aveva preso il posto di Giuliano Amato). La Corte Costituzionale riunita oggi in camera di consiglio ha dunque eletto il professor Augusto Antonio Barbera, annunciando che rimarrà in carica solo per un anno.



Il neo-Presidente rimarrà infatti alla guida della Consulta solo fino al 21 dicembre 2024, quando scadrà il suo mandato di 9 anni come giudice costituzionale (era stato eletto dal Parlamento il 16 dicembre 2015, giurando come consigliere il 21 dicembre dello stesso anno): come primo atto da Presidente della Corte, il professore emerito di Diritto Costituzionale ha nominato come vicepresidenti i giudici Franco Modugno, Giulio Prosperetti e Giovanni Amoroso.



CHI È AUGUSTO BARBERA, IL NUOVO PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE: “I GIUDICI DEVONO INTERPRETARE E APPLICARE LA LEGGE”

Professore emerito di diritto costituzionale all’Università di Bologna, il nuovo Presidente della Corte Costituzionale Augusto Barbera era stato eletto su indicazione del Pd: professore a Catania, Ferrara e Bologna, nel corso della sua lunga carriera ha scritto numerosi saggi sul diritto costituzionale. Sul fronte politico, Barbera dal 1976 al 1994 è stato parlamentare iscritto al Pci e poi con la fine del Partito Comunista è passato nei Pds prima di essere nominato ministro dei Rapporti con il Parlamento nel governo Ciampi del 1993. L’esperienza da ministro durò però solo 24 ore in quanto si dimise il giorno dopo il giuramento (assieme ad altri tre ministri) in polemica per la mancata concessione, da parte del Parlamento, dell’autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi.



85 anni, originario di Aidone (Enna), il Presidente Augusto Antonio Barbera è sposato con due figli: è giunto alla guida della Corte Costituzionale dopo i 9 anni passati come componente della Consulta, proposto appunto dal Pd dove è approdato nel 2007 aderendo alla proposta del primo segretario Walter Veltroni. Nel 2015 venne eletto in Consulta proprio con i voti decisivi del Partito Democratico, considerato una delle figure più vicine alla storia politica del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano: considerato appunto nella corrente dei “miglioristi” nel Pci, Barbera è da tempo un fautore piuttosto spinto della necessità di una riforma elettorale di stampo maggioritario per assicurare maggiore governabilità al Paese. Negli Anni Novanta il neo-Presidente della Corte Costituzionale è stato tra i promotori dei referendum elettorali (che miravano a trasformare il sistema elettorale proporzionale in un sistema maggioritario) del 1991, del 1993 e del 1999: convinto “maggioritarista”, Barbera si è dimostrato essere un garante della Costituzione senza per questo il diktat di infallibilità e immutabilità della stessa. Nel 1990 pubblicò sulla rivista Democrazia e Diritto del Pci-Pds un saggio dal titolo “Un’alternativa neoparlamentare al presidenzialismo” in cui si riprendevano le tesi di Maurice Duverger sul premierato maggioritario.

Rispondendo alle domande dei giornalisti dopo la nomina a Presidente della Corte Costituzionale, il professor Barbera ha sottolineato – nel dibattito tra leggi e applicazione della giustizia – come «Una legge approvata dal Parlamento deve essere interpretata prima e poi applicata dal giudice: nell’interpretazione e nell’applicazione c’è una attività di mediazione di giudice o Consulta. Nel passaggio dalla disposizione alla norma ci possono essere le varie culture che possono interferire, però stando attenti di attenersi allo Stato di diritto. L’atto del giudice può essere impugnato da un giudice di grado superiore, dalla Cassazione o anche in extrema ratio dalla Corte Costituzionale».