Augusto Daolio è stato per tantissimi anni il cuore e l’anima dei Nomadi. “Il vagabondo della musica italiana”, come veniva spesso chiamato, è stato con Beppe Carletti il fondatore dei Nomadi, una delle band più longeve della musica italiana. Cantautore di spicco della musica italiana, Augusto Daolio ha saputo farsi conoscere ed apprezzare a 360° nel mondo dell’arte. Non solo come cantautore, visto che Augusto si è fatto conoscere ed apprezzare anche come pittore e sculture. Nel 1991 è stato protagonista di una splendida mostra con le sue opere esposte a Novellara, suo paese natale. Oggi le sue opere sono in mostra presso Associazione Augusto Per La Vita, fortemente voluta dalla compagna dopo le sue morte e dedicata alla ricerca di cure contro il cancro.



La musica è sempre stata la più grande passione di Augusto Daolio che nel 1963 dà vita con la complicità di Beppe Carletti ai Nomadi iniziando così una grande carriera nel mondo della musica. Nel 1968 i Nomadi erano così composti: Augusto Daolio (voce), Beppe Carletti (tastiere), Gianni Coron (bassista), Gabriele Copellini (batterista), Franco Midili (chitarrista).



Come è morto Augusto Daolio dei Nomadi? La causa della morte

La vita di Augusto Daolio, cantante dei Nomadi, cambia radicalmente nel 1992 quando scopre di avere un cancro ai polmoni. Poco dopo la scoperta viene ricoverato presso il reparto di pneumologia dell’ospedale di Reggio Emilia. Inizia un periodo di up & down con una serie di ricoveri, ma il cantante non molla il palco. Non ha alcuna intenzione di lasciare il suo gruppo e riesce a cantare anche un’ultima volta: il 7 agosto vicino a Genova. La morte di Dante Pergreffi, bassista dei Nomadi, è un durissimo colpo per lui.

Il 7 ottobre 1992 Augusto Daolio muore nella sua casa di Novellara all’età di 45 anni. Poco dopo la sua scomparsa il gruppo dei Nomadi l’ha omaggiato e celebrato nel disco “Ma che film la vita”, un album live con le ultime apparizioni di Daolio.