Puntata di “Verissimo” dedicata all’attualità e ai protagonisti dello showbiz nostrano, ma non solo: l’appuntamento di questo sabato pomeriggio 12 marzo infatti vedrà esordire nel salotto tv del rotocalco condotto a Silvia Toffanin anche una coppia inedita, ovvero quella formata da Beppe Carletti (fondatore e leader carismatico della band dei “Nomadi”) e Tommaso Stanzani, ex ballerino di “Amici” dato che i due hanno collaborato alla realizzazione del cortometraggio “Passi di danza” di Silvia Monga e di cui il 75enne musicista emiliano ha firmato la colonna sonora.
E, in attesa di scoprire cosa racconterà Carletti a proposito di questa sua nuova avventura, la memoria corre ovviamente ai già citati “Nomadi”, oltre che a gioie e dolori che hanno contraddistinto la carriera del complesso beat rock e progressive formatosi addirittura nel lontanissimo 1963. Infatti parlare di “Nomadi” equivale a ricordare anche lo sfortunato Augusto Daolio, cantante della band morto anzitempo nel 1992, a soli 45 anni, a causa di un tumore. Ma cosa sappiamo della malattia che stroncò anzitempo il vocalist originario di Novellara (Reggio Emilia) nonché co-fondatore dei “Nomadi” assieme a Carletti? A distanza di tanti anni da quell’infausto 7 ottobre 1992, Daolio viene ricordato ancora oggi non solo per la sua umiltà ma anche per quell’animo semplice che lo portava a stare sempre in mezzo alla gente, senza ‘tirarsela’ mai e anche negli ultimi tempi quando quel tumore lo stava consumando.
AUGUSTO DAOLIO, COME E’ MORTO? LA VOCE DEI “NOMADI” STRONCATA DA UN CANCRO AI POLMONI
Infatti, nell’ultima fase della sua vita, Daolio aveva continuato a fare concerti e ad esibirsi in pubblico, anche se tutti sapevano di quel cancro ai polmoni e della dura battaglia che stava combattendo: malato da tempo, non aveva mai smesso di concedersi al suo pubblico che, forse anche per questo, nonostante fosse conscio della gravità della situazione ha sofferto molto all’annuncio della sua morte. Le prime avvisaglie si erano avute all’inizio dello stesso anno: il 23 gennaio Augusto era stato ricoverato nel reparto di Pneumologia dell’ospedale della sua Reggio; quella fu la prima di una serie di degenze che lo videro entrare e uscire dalle strutture sanitarie. Quel 1992 fu un anno orribile per i “Nomadi” che persero anche Dante Pergreffi, morto in un incidente d’auto il 30 maggio.
La morte del bassista e amico probabilmente fiaccò ancora di più la già fragile salute di Daolio che poi morì, come detto. nell’autunno del 1992 nella sua casa di Novellara, circondato dall’affetto di chi gli voleva bene. E oggi il ricordo della voce di quella storica band è ancora vivo anche grazie all’impegno della sua compagna, Rosanna Fantuzzi, e da tanta altra gente di buona volontà che ha davo vita all’associazione “Augusto per la Vita” con lo scopo di raccogliere fondi e supportare non solo la ricerca in campo oncologico e l’acquisto di attrezzature mediche ma anche la formazione di nuove leve in questo campo. “La sua morte ha tolto una parte di me perché 30 anni insieme non sono due giorni, non è qualcosa che passa…” ha detto una volta Carletti a proposito della perdita dell’amico.