Sempre più esperti si dicono preoccupati dell’aumento dei casi conclamati di dipendenza da social network, un tempo rilegata soprattutto tra i 18 e i 25 anni, ma divenuta anche un problema tra giovanissimi ed anziani, con episodi segnalati già a partire dai 13 anni. Una situazione di cui hanno parlato sia l’esperto di dipendenze comportamentali Tony Marini, che il professor Phil Reed, docente di psicologia all’Università di Swansea, con il Daily Mail inglese.



Come evidenzia Marini, i casi di dipendenza da social sono più che decuplicati nell’arco di appena 10 anni. Reed, che studia questi fenomeni, oltre a sottolinea che “un tempo era un problema per i giovani, ma lo stiamo riscontrando in persone molto più giovani e molto più anziane“, evidenzia come i test clinici tendenzialmente registrino un 10% di situazioni considerate “gravi”, mentre un terzo dei casi ha problemi classificati tra lievi e moderati. I social, concordano gli esperti, sono pensati e progettati proprio per creare dipendenza sia nei giovani che negli adulti e negli anziani, seppur l’incidenza tenda ad ignorare la fascia intermedia d’età (tra i 40 e i 60), ma in virtù esclusivamente del lavoro che toglie tempo agli svaghi come, appunto, i social.



Gli effetti della dipendenza da social sul cervello umano

Ma un aspetto leggermente ignorato della dipendenza da social, sul quale entrambi gli esperti pongono l’accento, è che fa scattare nel cervello reazioni simili alle droghe, rilevabili soprattutto nei soggetti privati di cellulari e dispositivi per accedere alla rete. “Le persone”, spiega Marini, “provano sintomi fisici di astinenza simili a quelli dei tossicodipendenti, come tremori e sudorazione”. Reed, invece, equipara i social alle “droghe sintetiche“, progettate “per creare assuefazione” e sottolineando come siano molte “le persone che stanno lottando per uscirne”.



Analizzando come funziona la dipendenza da social, nuovamente Marini spiega che “la ‘ricompensa’ dei social colpisce i recettori nel cervello nello stesso modo in cui farebbe la cocaina. Gli utenti ricevono una scarica di dopamina quando utilizzano e le piattaforme e questo crea dipendenza”. I primi sintomi, secondo gli esperti sorgono già a partire da pochi secondo dopo la separazione dai dispositivi, in modo molto più rapido di quanto si rilevi con la droghe, ma anche più lieve, trattandosi di uno stimolo ‘lieve’ della dopamina. Quando la dipendenza da social è in atto, l’astinenza si manifesta con “frequenza cardiaca e pressione sanguigna aumentate”, ma anche “sudore e tremori freddi“. Differentemente, però, l’uso da tossicodipendenza dei social spinge i soggetti a “ritirarsi dalle altre attività” al punto che il rendimento “scolastico, universitario o lavorativo ne risente”.