AUMENTO CANONE RAI? Con tutto quello che succede, dal Covid alla tempesta energetica con relative salatissime bollette, il neo A.D. della Rai Carlo Fuortes se ne viene fuori con la richiesta di aumentare il canone tv. Ha indubbiamente ragione nel sostenere che è il più basso d’Europa, ma questo lo si sapeva da sempre. Ha inoltre ragione nel lamentare che una parte del canone viene pure trattenuta dallo Stato. Ma dimentica però di dire che con l’introduzione del canone in bolletta l’evasione è crollata dal 23% al 5%, e quindi un canone ridotto viene pagato da una platea molto più vasta. 



Da anni la programmazione è sempre la stessa, se si escludono i buoni risultati della fiction, e comunque non si è mai riusciti a ottimizzare l’enorme quantità di risorse interne, a eliminare le duplicazioni nei servizi informativi, a ridurre il ricorso ad appalti esterni, alla contrattualizzazione di giornalisti, opinionisti e autori pur avendone una pletora al proprio interno.



Si sa che scopa nuova ramazza bene, e quindi magari ci si poteva magari aspettare da un duo tanto decantato (Soldi Presidente, ex McKinsey e Discovery/Fuortes Amministratore delegato, “manager della cultura”) almeno l’annuncio di un progettino di ristrutturazione in vista di una crisi delle risorse per i media ampiamente annunciata e delle continue sfide dell’innovazione tecnologica. 

Per carità, sei mesi da quando è entrato in carica non sono molti, ma quello che colpisce è che Draghi – che intende apparire come superMario – abbia fatto nominare in Rai un “manager della cultura”, il che significa un signore sostanzialmente abituato a gestire finanziamenti pubblici. Al momento della sua nomina in molti avevano criticato la sua scarsa esperienza televisiva, e un’uscita del genere dimostra non solo che erano giustificate, ma anche una totale insensibilità verso il drammatico contesto che sta vivendo il Paese. 



Chi è chiamato a gestire la più importante azienda televisiva di Servizio pubblico del Paese, dovrebbe saperne almeno un po’ di comunicazione, in tutti i sensi. Oltre che avere un minimo di intelligenza politica necessaria per capire che mentre il Governo sta raschiando il fondo del barile per cercare di mettere qualche toppa al clamoroso rincaro della bolletta energetica, non è proprio il caso di andare a battere cassa. Ma tant’è. 

Ci stiamo abituando al fatto che anche il mitico Draghi non ce la racconta giusta: ci ha messo un anno per impapocchiare un documento per accontentare l’Europa per il Pnrr pieno di interventi scollegati, a inventarsi lockdown e insulsi green pass inutili contro il virus e molto efficaci nel distruggere l’economia, per poi farci ritrovare impreparati nell’affrontare una tempesta energetica annunciata da mesi. E nel mettere a capo della Rai uno che per prima cosa batte cassa, oltre che a soddisfare le idee sul gender della Presidente Soldi, ammannendoci nientemeno che Drusilla Foer come co-presentatrice del Festival di Sanremo insieme all’usato sicuro Amadeus. 

Sembrava di aver toccato il fondo con i grillini, ma stiamo scoprendo con orrore che c’è un doppio fondo tutto da esplorare.

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