L’aumento pensioni gennaio 2025 non sarà per tutti. Se è pur vero che la rivalutazione farà incrementare – seppur lievemente – l’assegno previdenziale, allo stesso tempo questo rialzo minimo non sarà destinato a tutti. Dal 2025 la logica con cui si prospetta un aumento è dettata dalla rivalutazione e dell’adeguamento in base all’inflazione. Dall’1% di inflazione stimata, il dato realistico scenderà allo 0,8% con un aumento sull’assegno equivalente ad un caffè al bar.



Aumento pensioni gennaio 2025: chi saranno i penalizzati?

L’aumento pensioni gennaio 2025 – come già accennato – non potrà essere garantito a chiunque. Nello specifico restano “penalizzati” i pensionati che godono di un trattamento sociale particolare, nonché l’Ape Sociale.

Pur non trattandosi di una vera e propria pensione – come ammesso dall’INPS stessa – resta un ammortizzatore sociale che accompagna il diretto interessato al percepimento futuro del trattamento previdenziale.



Grazie all’Ape Sociale i beneficiari di questo trattamento – che non è da considerarsi una pensione – godono di una indennità mensile a partire dai 63 anni d’età e mesi anagrafici, con durata fino a 67 anni (arrivando alla fatidica pensione di vecchiaia).

Il gap tra rivalutazione e Ape sociale

L’Ape Sociale non potendo definirsi una vera pensione, non può a sua volta godere di alcuna maggiorazione (né sociale e né assistenziale, che di norma viene già valutata tale). Questo è il motivo per la quale la rivalutazione non intaccherà i percettori di questa misura assistenziale (Ape Social).



La misura al momento prevede delle regole ben precise: i beneficiari che sono i lavoratori che svolgono mansioni gravose, caregiver, disoccupati e invalidi, e un tetto massimo di 1.500€ al mese (soglia che non può essere superata).

Ed è per questa soglia massima che l’Ape Sociale non può godere di ulteriori trattamenti quali: maggiorazioni sociali, 13esima mensilità, trattamenti familiari e non la reversibilità qualora ci fosse una morte prematura.

I 1.500€ mensili rientrano tra gli importi prestabili, motivo per cui dal momento in cui si percepiscono tale cifra non potrà subire variazioni (né in termini di aumenti e neppure di rivalutazioni per il 2025).