Come abbiamo detto, l’aumento dello spread implica un maggior rendimento dei titoli che lo stato italiano dovrebbe impegnarsi a ripagare. Se tutto ciò indica anche una crisi dei conti pubblici (al momento causata da una stazione internazionale internazionale di aperto conflitto), dall’altro potrebbe rivelarsi un vantaggio per chi sta cercando strategie di investimenti.



Aumento spread e tassi sui titoli: se lo spread sale, qualcuno ci guadagna?

Il 6 maggio i BTP italiani hanno raggiunto il picco dei 3,15 % un livello che non toccava dalla fine del 2018. Con lo spread che aveva sfondato quota 204, non poteva essere altrimenti.

Si tratta di un massimo conseguente a quello del 30 marzo scorso dove si supera la soglia psicologica del 2% accompagnata dai Bund tedeschi con rendimento superiore al 1,15%. Stiamo parlando dei titoli decennali.



Ma esistono anche dei titoli con scadenza ha 3 anni che invece sono in grado di rendere il 5%. Ad oggi dunque l’acquisto dei titoli potrebbe essere vantaggioso, tuttavia più aumenta il tasso è più si riduce il valore del titolo. Se ad esempio a fronte di questo tasso, il titolo oggi costa 82 euro, a gennaio 2022 lo stesso titolo costava 97,14 con un tasso dello 0,95%.

Ciò significa dunque che se qualcuno volesse decidere di investire in titoli di stato, paradossalmente dovrebbe farlo proprio periodi di crisi economica, quando il valore del titolo cala e la percentuale di rendimento cresce.



Resta comunque l’incognita inflazione: quella che nell’eurozona non ha mai fatto paura, oggi invece galoppa a ritmo insostenibile. Se in America l’inflazione al 8,5% in Italia è al 7,5 %.

Aumento spread e tassi sui titoli: convengono quelli a 3, 5 o dieci anni?

E dunque conviene più investire sui titoli a 3 anni o quelli a 10 anni? S Nicola Marino, direttore di investimenti di valori, società indipendente di gestione di risparmio ha dichiarato al Corriere della sera che in questo momento storico di rallentamento economico, i titoli decennali potrebbero essere un ottimo investimento perché, quando i tassi diminuiranno, ciao potrebbe tradursi in un guadagno per chi ha investito in queste missioni di BTP italiani in periodi di caos economico.
Tuttavia non è la stessa cosa per i titoli a 3 anni in quanto, siccome si prospetta nel mese di luglio un incremento dei tassi da parte della BCE, proprio i titoli a 3 anni superano il primo contraccolpo.

Tuttavia l’impennata dei tassi dei titoli di stato sta interessando diversi paesi nel mondo, ad esempio i tre americani hanno toccato quota 3,13% e anche i Bund tedeschi decennali hanno toccato quota 1,15 %. I BTP italiani con scadenza maggio 2025 proponevano un rendimento lordo a scadenza del 5%, mentre il 6 maggio scorso i BTP italiani offrivano un rendimento a scadenza nel 2027 del 6,17% lordo.

Naturalmente questi rendimenti si possono ottenere solo rispettando le scadenze ma non con il recesso anticipato che anzi potrebbe causare delle minusvalenze.