Normalmente nelle situazioni in cui regna l’inflazione, dovrebbero registrarsi forti aumenti anche per quanto concerne il reddito personale lordo da lavoro dipendente. Eppure in Italia, non si è assistito ad un adeguamento dei pagamenti e degli stipendi dovuti all’emergenza.
Aumento stipendi colf e badanti: l’inflazione ha già fatto aumentare i tassi
A fronte di un aumento dei tassi di interesse, sia da parte della Banca Centrale Europea, sia da parte delle banche che hanno aumentato i tassi sui mutui, ma anche il tasso legale. E quindi cosa può succedere allo stipendio di una colf che ci aiuta nel lavoro domestico?
Questo è un altro grande problema delle famiglie italiane, infatti l’Istat ha stimato che gli aumenti del pagamento relativo al servizio di lavoro domestico di colf, badanti e baby-sitter potrebbero subire forti aumenti a partire dal 2023. L’inflazione infatti viene misurata nell’11,8% a novembre, la misura esatta viene decisa oggi nel consueto incontro annuale tra le associazioni datoriali Domina e Fidaldo (della quale fanno parte Assindatcolf, Nuova Collaborazione, Adlc, Adld) e i sindacati dei lavoratori domestic Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil e Federcolf, che hanno firmato il contratto per il 2020. In particolare la revisione annuale e l’adeguamento degli stipendi scatta automaticamente all’80% dell’inflazione, per tutte le retribuzioni minime e al 100% sul valore di vitto e alloggio.
Aumento stipendi colf e badanti: di quanto aumenteranno gli stipendi nel 2023?
Andiamo subito al sodo. Di quanto realmente aumenteranno gli stipendi per le colf e le badanti nel 2023?
Si parla di un aumento minimo di 109 euro al mese fino ad un massimo di 145 euro al mese. Complessivamente un contratto a tempo pieno dovrebbe essere pagato 1598, cioè 4,83 per il livello a, così come previsto dal contratto collettivo nazionale del lavoro, mentre le badanti che assistono persone non autosufficienti dovrebbero essere pagate 8,33 all’ora.
Le associazioni che rappresentano le famiglie datrici di lavoro domestico sono intenzionate a chiedere che gli aumenti non superino quanto previsto dal governo per l’adeguamento delle pensioni rivalutazione del 7,3% ) e che comunque gli aumenti siano scagionati nel corso dell’anno mentre i sindacati reclamano invece l’applicazione di quanto previsto dal CCNL , sottolineando che i lavoratori domestici hanno tutele inferiori a quelle di altri lavoratori dipendenti per malattia, maternità, e pensioni.