Aumento stipendi agli insegnanti: la proposta
Aumento degli stipendi a tutti gli insegnanti, da Nord a Sud: è questa la proposta di M5S e PD, nonostante Valditara, Ministro dell’Istruzione, abbia parlato di salari differenziati in base alla zona. Secondo la Lega, gli stipendi dei docenti si possono ritoccare verso l’alto tramite accordi decentrati, a livello locale, come spiega Repubblica. FdI insiste: il contratto nazionale non si tocca, nonostante Giorgia Meloni avesse inserito nel programma elettorale l’innalzamento dei salari per “allinearli alla media europea”. Secondo Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione per Fratelli d’Italia, le “Parole le di Valditara sono state appositamente male interpretate dalla sinistra”.
Secondo Matteo Salvini, “Mantenere il contratto nazionale uguale per tutti è indiscutibile, ma se ci sono enti locali virtuosi, come Regione Lombardia, che desiderano premiare chi per lavorare qua spende di più, deve essere lasciata loro la facoltà di farlo”. E al Ministro dell’Università Anna Maria Bernini, il leader della Lega ha risposto così: “Mi stupisco dello stupore di qualche mio collega ministro. Dire che fare il dipendente pubblico pagandosi l’affitto a Milano e Roma ha un costo diverso che in altre città mi sembra dire che oggi è venerdì”. A cercare di spiegare meglio le parole del ministro dell’istruzione è stato anche Claudio Durigon, sottosegretario leghista al Lavoro. “Valditara ha chiarito che non vuole toccare il contratto nazionale, ma si può intervenire sui contratti decentrati, come già avviene per il pubblico impiego, con un addendum allo stipendio”.
Le parole di Valditara alzano un polverone
PD e M5S però insistono sull’aumento dei salari generalizzato in tutta Italia e non solamente in determinate regioni. Debora Serracchiani, capogruppo Dem alla Camera, è intervenuta in Aula per chiedere un’informativa urgente del ministro: “Sono idee che ci preoccupano perché significherebbero una desertificazione. Il PD propone un aumento graduale dei salari degli insegnanti, da qui fino al 2027, per un costo complessivo di 8 miliardi di euro. “Presenteremo un atto che solleciti il governo ad intervenire”, spiega ancora Serracchiani. Come sottolineato da Francesco Boccia, l’obiettivo è arrivare a 2mila euro netti in busta paga.
Secondo Mara Carfagna, che ha parlato sulle pagine de La Repubblica, la proposta di stipendi differenziati tra Nord e Sud avanzata dal ministro Valditara “È priva di senso e pericolosa perché può aprire una spirale di provocazioni che rischiano di dividere il Paese. Dire che al Nord il costo della vita è più alto è solo parzialmente vero. Alcuni costi sono più alti al Nord, ma l’affitto della casa ad esempio, principale indicatore che condiziona la mobilità degli insegnanti, è pressoché uguale a Rovigo e a Siracusa ed è diverso tra Rovigo e Milano come tra Siracusa e Napoli. Dati del Rapporto Uil sui costi delle locazioni”.