Più soldi sulla busta paga a fine mese: a riceverli sono alcune categorie di dipendenti pubblici meritevoli per via delle situazioni di disagio nelle quali si trovano. Si tratta di categorie che riceveranno questo aumento al di fuori dalla contrattazione con i sindacati, come infermieri, poliziotti e personale amministrativo che lavora all’interno degli istituti penitenziari. Si tratta dell’indennità “specifica” che si trova all’interno della busta paga di vari dipendenti, tra i quali quelli del personale amministrativo del ministero della giustizia che lavora all’interno degli istituti penitenziari.
Nel decreto carceri è contenuto infatti un emendamento nel quale è stata introdotta, dal prossimo primo gennaio, tale indennità “specifica” che va da 100 fino a 200 euro al mese, lordi. Il tutto, a seconda della categoria di appartenenza: saranno infatti 100 gli euro di aumento per gli operatori, 150 per gli assistenti e 200 per i funzionari. Tale aumento sarà destinato a 3.400 dipendenti che lavorano all’interno degli istituti penitenziari, corrisposto in tredici mensilità. Si tratta, come spiega Il Messaggero, di una cifra più alta rispetto ai 160 euro che sono stati inseriti nel rinnovo del contratto di lavoro.
Aumento stipendi per i dipendenti degli istituti di pena
L’aumento per le categorie di dipendenti pubblici senza contrattazione con i sindacati, non riguarda solamente i dipendenti degli istituti di pena ma anche il comparto sicurezza e difesa, come polizia, carabinieri, marina e aeronautica, per i quali l’ultima legge di bilancio ha previsto 30 milioni per il 2024 e 36 a partire dal 2026: il tutto, per finanziare proprio l’indennità “specifica”. Queste risorse saranno estranee agli aumenti contrattuali, come stabilito dal Dipartimento della funzione pubblica. Dal prossimo anno i dipendenti del comparto difesa avranno in busta paga 195 euro lordi mensili in più per ogni mese.
Come spiega Il Messaggero, sono misure attraverso le quali il governo sta provando ad evitare la fuga da alcuni settori, vista la difficoltà di alcuni comparti come quello della sanità o della sicurezza. Gli infermieri, ad esempio, sono sempre meno: all’appello, per sopperire alle carenze, ne mancano 65mila e trovarli in Italia non è semplice, tanto che molte Regioni si stanno rivolgendo all’estero per coprire i buchi.