Lo conosco dai primi anni ’80. È l’epoca delle videocassette e del cinema in casa. Gli italiani scoprono un “mezzo caldo” come diceva il massmediologo McLuhan. Con il videoregistratore possono farsi il loro palinsesto quando vogliono e con i film preferiti. Diventano i registi del loro schermo domestico.



Una rivoluzione rispetto alla tv tradizionale (“mezzo freddo”). È anche l’epoca dei cinepanettoni inventati proprio da Aurelio De Laurentiis con la Filmauro. Si tratta di pellicole nazional-popolari, basati su una comicità grossolana e demenziale di grande presa sul pubblico. Il primo è Vacanze di Natale del 1983 con un giovanissimo Christian De Sica. Lanciato sotto Natale, incassa quasi tre miliardi di lire e si colloca fra i 10 miglior film dell’anno. È l’inizio di una lunga serie che vedrà i Vanzina fra i registi con Christian De Sica e Massimo Boldi come attori principali.



Il cinepanettone diventa il business principale di Filmauro e Aurelio De Laurentiis lo sfrutta appieno. Diventa così anche distributore di home video ed è qui che lo incontro per la prima volta. All’epoca dirigevo una rivista che si occupava di mercato cinematografico. L’appuntamento è presso un hotel del centro di Milano. L’Aurelio è comodamente seduto su una poltrona. L’atteggiamento è quello de Il marchese del Grillo, film interpretato da Alberto Sordi: “Io sò io e voi non siete un cazzo”. Risponde distrattamente alle mie domande. Alla fine gli chiedo il biglietto da visita. E lui, di rimando: “Io non ho bisogno di biglietti da visita”.



Lo incontro di nuovo alle Giornate Professionali di Cinema, un appuntamento che ogni anno si svolge a Sorrento e dove vengono presentati in anteprima i film della stagione. Aurelio non manca mai. Si porta sempre dietro alcuni attori che presenta con i dovuti onori. Fa il pieno nella sala. Ai cinematografari piace il suo stile spavaldo e strafottente. È un vincente e sa di esserlo. Nel 1999 compra un film semisconosciuto The Blair Witch Project. Un horror che diventa un successo nelle sale di tutto il mondo.

D’altra parte il cinema è nel suo Dna. Figlio di Luigi e nipote di Dino De Laurentiis, nasce (nel 1949) nel mondo della cellulosa. E continua la saga di famiglia, fondando nel 1975 la Filmauro, casa cinematografica di grande successo.

Ma quel mondo non gli basta. Nel 2004 raccoglie i cocci di una squadra, il Napoli, fallita e finita in serie C. Intuisce da subito le potenzialità del brand, è la quarta squadra come numero di tifosi dopo Juventus, Milan e Inter. Nel 2007 la riporta in serie A. Il resto è storia di questi giorni. Con il terzo scudetto raggiunto con una cavalcata delle Valchirie che dura dalla prima partita.

Le firme sono tutte d’autore: Spalletti, l’allenatore, Osimhen, Kvaratskhelia, Lobotka, Di Lorenzo, Kim e altri, i giocatori. Senza dimenticare Cristiano Giuntoli, il direttore sportivo, che ha saputo creare una squadra che nessuno dava per vincente.

Tranne Aurelio che ad agosto aveva pronosticato: “Vinceremo lo scudetto”. L’ha vinto: “Io sò io…”.

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