Aurora Leone, componente dei The Jackal, è stata querelata da Gianluca Pecchini, ex dg della Nazionale Cantanti, in seguito alla sua denuncia di un episodio di sessismo che si sarebbe verificato prima della disputa a Torino della Partita del Cuore. In particolare, alla ragazza sarebbe stato impedito di sedersi a tavola in quanto donna: “Alla luce dei molteplici e continui attacchi mediatici – ha spiegato Pecchini – ho deciso di rivolgermi allo studio dell’avvocato Gabriele Bordoni per presentare querela nei confronti di Aurora Leone e di chi con lei mi ha leso nella reputazione, così da tutelare i miei diritti, la mia immagine e, soprattutto, la mia dignità di uomo e di professionista”.



Il legale difensore di Pecchini, Gabriele Bordoni, ha aggiunto ai microfoni di Adnkronos che l’iniziativa assunta con querela per diffamazione aggravata presso la Procura di Torino è stata necessaria per ristabilire la verità dei fatti, rimarcando inoltre che l’uso diretto e personale dei sistemi di comunicazione di massa consente ampia libertà di espressione a chiunque ed è un valore da salvaguardare, che va tenuto però ben distinto dalla loro strumentalizzazione. Inoltre, “la critica e le opinioni sono sacrosante, ma non lo è affatto la propagazione di notizie infondate, confuse e lesive, tali da innescare in poche ore la demolizione della reputazione di una persona, difficilmente recuperabile in seguito”.



AURORA LEONE QUERELATA DA PECCHINI: “SI TUTELI LA DIGNITÀ DELL’UOMO”

Dopo avere annunciato la querela nei confronti di Aurora Leone, il legale di Pecchini ha affermato che si pensa in questi giorni di introdurre una legge a contrasto della discriminazione per motivi fondati sul sesso o sul genere, ma si sta ripensando anche di riattivare forme di censura a contrasto della disinformazione, soprattutto attraverso la rete. “Sono sintomi di un malessere culturale e sociale, potenzialmente inducenti pericolose derive che nella vicenda di Pecchini trovano occasione per essere considerate e discusse”, ha evidenziato l’avvocato, il quale ha ribadito che, intanto, va tutelata nella sede competente la dignità di un uomo, della sua famiglia e del suo lavoro, proteggendolo dal linciaggio morale e da superficiali, frettolose quanto feroci condanne mediatiche, disancorate dalla reale dimensione dei fatti.

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