Aurora Ramazzotti e Goffredo Cerza sono fidanzati da più di tre anni. Era aprile del 2017 quando Aurora Ramazzotti capì di essersi innamorata del ragazzo con cui, ancora oggi, vive una splendida storia d’amore. Giovani, belli, uniti e molto complici, Aurora e Goffredo vivono una relazione che rende felici anche i rispettivi genitori. Michelle Hunziker, infatti, non ha mai nascosto la propria felicità nel vedere la figlia Aurora accanto a Goffredo che la ama e sostiene in tutto ciò che fa. Un amore che anche i followers di Aurora hanno imparato a conoscere anche se le curiosità sono sempre tante. Aurora che è solita aiutare i fans rispondendo a varie domande, tra le tante cose che le sono state chieste, si è ritrovata anche una domanda importante. “Quando hai capito di essere innamorata?”, le ha chiesto una ragazza. La domanda è stata l’occasione per Aurora per fare una bellissima dedica al suo Goffredo.
AURORA RAMAZZOTTI E LA DEDICA A GOFFREDO: “L’AMORE NON FA MALE SOLO…”
Innamorata, romantica, serena e felice, Aurora Ramazzotti, complice lo spirito natalizio, dedica parole importanti al fidanzato Goffredo Cerza con cui si appresta a festeggiare il Natale. Per svelare il momento esatto in cui ha capito di essere innamorata, Aurora si è lasciata andare scrivendo un lungo post su Instagram. “C’era la luce quel giorno – ha scritto Aurora sul social – filtrava dalla finestra socchiusa e il vento la soffiava sulla mia pelle. Sulla nostra pelle, spoglia. L’unico rumore era quello di due respiri congiunti al caos della città. Nella penombra di quei quattro muri le cose sembravano fluttuare naturalmente. Le ore passavano solo per le lancette degli orologi e non servivano parole, bastava quello“. Aurora racconta di aver sentito il desiderio di tracciare linee immaginarie su ogni centimetro della sua pelle e di sentire fortemente la sua mancanza nonostante fosse ancora tra le sue braccia. Poi una riflessione sull’amore in generale: “L’amore non fa male solo perché finisce, si sgretola o non viene rispettato. L’amore fa male anche quando è tanto forte da tramutarsi da astratto a fisico, da scavare un solco da qualche parte nel petto per ricordarti che senza l’altro sopravvivi, ma non sei mai realmente intero”, conclude.