Aurora Ruffino è la protagonista principale di “Noi”, la versione italiana della serie di successi “This Is Us”. Nella fiction l’attrice interpreta il ruolo di Rebecca Però, una moglie, una mamma e una nonna in 40 anni di storia italiana. “Sto vivendo tutto come la prima volta, è incredibile” – ha dichiarato l’attrice dalla pagine di Tv Sorrisi e Canzoni parlando del progetto. Un ruolo importante per lei e non lo nasconde affatto: “ho girato tante fiction ma questo è il mio primo e più importante progetto perchè si tratta di un personaggio tanto bello quanto complesso”.



Il ruolo di Rebecca, infatti, l’ha vissuto con grandissima emozione: “mi sembra di rivivere i momenti trascorsi sul set. Prima d’ora avevo interpretato solo ragazze giovani. Con Rebecca mi è capitata un’occasione rara e irripetibile: indossare i panni di una donna e seguirla nelle sue trasformazioni fisiche e psicologiche a 360° in un percorso di vita che va dai 30 fino ai 60 anni. Per me è stato solo un privilegio”.

Aurora Ruffino nella fiction Noi: “Lino Guanciale? Eccezionale”

Parlando proprio delle varie età che ha dovuto vivere ed interpretare, Aurora Ruffino ha precisato: “è stato difficile Rebecca a 40 anni perchè è un’età in cui non sei nè carne nè pesce, nè giovanissima nè molto adulta. Devo ringraziare il regista Luca Ribuoli che mi ha aiutato più volte a mettere i paletti quando sembravo e mi atteggiavo a donna più giovane. L’età in cui mi sono trovata più agio, invece, è stata quella dei 60 e non l’avrei mai detto”. Dalla fiction alla sua vita privata e personale con Aurora che ha ricordato come era a 10 anni: “una bambina pazzerella che si innamorava di tutti”. La sua infanzia però è stata segnata dall’assenza di un padre: “sin da adolescente sono stata indipendente e non ho mai voluto appoggiarmi ad un uomo. La mia era una ricerca esclusiva dell’amore sognando la coppia ideale”. Infine parlando del suo collega di set Lino Guanciale ha confessato: “è un uomo e un attore eccezionale. Apprezzo di lui la generosità, anche quando non veniva inquadrato il suo pensiero era che i colleghi, me compresa, rendessero al meglio nelle scene”.

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