Sfuma, per ora, il piano di un nuovo referendum istituzionale in Australia sulla possibile fine dei legami con la monarchia britannica. Il progetto, come apprendiamo dall’Irish Independent, mirava ad abolire la monarchia per passare alla Repubblica, ed era tornato d’attualità dopo il passaggio della guardia al governo nel 2022 fra i conservatori e i laburisti dell’attuale primo ministro Anthony Albanese, repubblicano dichiarato.
Il referendum è stato rinviato oggi sine die da uno dei ministri di punta della compagine in carica. Matt Thistlethwaite, il ministro responsabile del portafoglio pro-repubblica, ha confermato la decisione lunedì, mentre il governo ha ammesso di non poter permettersi di perdere un altro voto sulla riforma costituzionale. Va aggiunto che la decisione è giunta dopo che il primo ministro laburista, Anthony Albanese, ha subìto un colpo quando i suoi tentativi di riformare la costituzione e concedere agli aborigeni australiani una “Voce al Parlamento” hanno subito una sconfitta netta. La proposta avrebbe istituito un organismo per fornire consigli ai politici su questioni che riguardano la popolazione indigena del paese. Dopo la perdita decisiva, che è coincisa con un forte calo del sostegno al governo di Albanese, Thistlethwaite ha riconosciuto che porre la questione della monarchia al pubblico è diventato “molto più difficile”.
REFERENDUM RIMANDATO O ABBANDONATO?
Thistlethwaite non ha suggerito una nuova tempistica per il voto, indicando che il governo potrebbe ritirarsi dall’obiettivo di tenere un voto nel suo secondo mandato se rieletto l’anno prossimo. Thistlethwaite ha inoltre dichiarato laconicamente: “Non sto mettendo una scadenza. Al momento, la nostra priorità è il costo della vita, ed è giusto che il governo si concentri su questo.”
Intanto insider del governo hanno avvertito privatamente Albanese contro questa mossa, temendo che lo rendesse vulnerabile alle critiche dell’opposizione per il fatto che stava dando più importanza alle riforme costituzionali che all’impatto sul costo della vita degli australiani. Parlando in un’intervista televisiva a colazione con l’Australian Broadcasting Corporation, Thistlethwaite ha detto: “Il metodo attuale di selezione del nostro capo di stato è antidemocratico, non rappresenta i valori moderni dell’Australia, ed è qualcosa su cui vogliamo iniziare una discussione con gli australiani nel lungo termine. Ma al momento, la nostra priorità è il sollievo dal costo della vita per gli australiani.”
RE CARLO VISITERÀ L’AUSTRALIA ENTRO IL 2024
Sarà un caso, ma la settimana scorsa è stato annunciato dallo stesso governo di Canberra una visita ufficiale entro il 2024 di re Carlo III: si tratta della sua prima missione da capo di Stato nel Paese oceanico del Commonwealth, attesa a questo punto in pompa magna. L’ultima visita di un monarca regnante è stata quando la defunta regina ha visitato il paese nel 2011. Alla notizia un portavoce di Albanese ha d’altronde sottolineato come il premier laburista abbia instaurato con Carlo, da lui apprezzato anche per la sensibilità e lo storico impegno ambientalista, “una relazione cordiale”.
Andando a ritroso nel tempo va ricordato che l’esecutivo australiano ha già perso nettamente nel 2023 un referendum, convocato per cercare di attribuire diritti politici extra agli aborigeni. Mentre risale a quasi 25 anni fa, ossia al novembre del 1999, il precedente referendum sulla questione ‘monarchia o repubblica’: sfociata all’epoca in una vittoria dei sì al mantenimento del legame (ormai simbolico e quasi decorativo) con la corona di casa Windsor con quasi il 55% dei voti contro il 45.