Una violenta protesta contro i vaccini obbligatori è andata in scena in Australia, nello stato di Victoria, costringendo alla chiusura dei cantieri tutta Melbourne. Secondo quanto riportato dalla BBC, la protesta, avvenuta lunedì, è nata in risposta all’introduzione, per i lavoratori del settore edile, dell’obbligo di dimostrare di aver ricevuto una dose di vaccino per accedere al proprio posto di lavoro. Le autorità hanno dichiarato che alcuni siti sarebbero stati chiusi per un massimo di due settimane dopo che i lavoratori edili e altri manifestanti si sono scontrati. Diverse persone sono state arrestate, mentre centinaia di persone si sono riunite a Melbourne per un’altra protesta anti-vaccinazione oggi, facendo scoppiare razzi e lanciando urina contro i giornalisti.



AUSTRALIA, PROTESTE CONTRO OBBLIGO VACCINALE PER LAVORARE

Lunedì, la filiale di Victoria del sindacato australiano Construction Forestry Mining and Energy Union (CFMEU) è stata vandalizzata, con i vetri della facciata dell’edificio distrutti durante gli scontri. Il CFMEU ha condannato “nei termini più forti possibili” l’attacco al suo ufficio di Melbourne, dove i membri si erano presentati a sostegno dell’obbligo introdotto dal governo, dicendo che la violenza è avvenuta dopo che la protesta è stata “infiltrata” da gruppi di destra. Alcuni dei membri del sindacato sono stati feriti durante gli scontri. “Il sindacato – si legge in una nota – continuerà a difendere i diritti dei suoi membri a lavorare in sicurezza in tutta l’Australia e non saremo intimiditi dal fare il nostro lavoro“. Una posizione collaborativa nei confronti del governo, politicamente molto diversa da quanto avviene in Italia, dove i sindacati si sono resi protagonisti di uno scontro a tratti molto duro nei confronti dell’esecutivo Draghi rispetto alla gestione della pandemia, in particolare sul capitolo Green pass.



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