L’Australia andrà al referendum per riconoscere la popolazione aborigena. La consultazione si terrà entro il 2023 in un Paese in cui la Costituzione non riconosce gli aborigeni come abitanti originari dell’Australia. Si tratterà di un voto avrà una valenza storica poiché, dopo 122 anni, i cittadini australiani potranno cambiare la legge dello Stato su un tema controverso che ha scatenato infine battaglie.
In Australia, gli aborigeni e gli isolani dello Stretto di Torres costituiscono il 3,8% della popolazione e, nella Costituzione in vigore dal 1901, non sono minimamente nonostante risiedano nel Paese da oltre 65mila anni. Questo referendum, previsto intorno al periodo di ottobre-dicembre 2023, intende inserire nella Costituzione il riconoscimento degli indigeni attraverso l’istituzione di un comitato consultivo del parlamento chiamato “Aboriginal and torres strait islander voice”. Il premier Anthony Albanese ha spiegato che “su ogni provvedimento c’è un divario tra le vite degli aborigeni e degli isolani dello Stretto di Torres e la popolazione nazionale”, riferendosi in particolare a “un divario di 10 anni nell’aspettativa di vita, un tasso di suicidi doppio, livelli tragici di mortalità e malattie infantili, una massiccia sovrarappresentazione nella popolazione carceraria e morti in custodia”.
Australia verso referendum su aborigeni: “governi precedenti non si sono consultati con le comunità”
Referendum in Australia per inserire il riconoscimento degli aborigeni nella Costituzione, come riferisce la stampa il premier Anthony Albanese ha messo in luce “un divario che non è dovuto a una carenza di buona volontà o di buone intenzioni da parte della politica e che non è causato da una mancanza di fondi. Il fatto è che i governi australiani che si sono succeduti hanno passato decenni a cercare di imporre soluzioni da Canberra piuttosto che consultarsi con le comunità”. Se il referendum avrà esito positivo e dunque riconoscerà gli aborigeni nella Costituzione, allora la loro “voce può fare rimostranze” al parlamento e al governo “su questioni relative agli aborigeni e alle popolazioni delle isole dello Stretto di Torres”.
Secondo i sondaggi condotti recentemente nel Paese, è emerso come la maggior parte degli australiani (precisamente il 59%) è sostenitore della politica del premier sugli aborigeni. Restano profonde divisioni nella società australiana ed emerge chiaramente il fatto che il partito liberale conservatore, all’opposizione rispetto al governo di Albanese, non abbia ancora dato indicazioni di voto ai suoi elettori.