AUSTRIA VARA LE POLITICHE DURE SUI MIGRANTI: “DEPORTAZIONE IN RUANDA”, COME LONDRA

Dall’Austria giunge forte l’appello a Bruxelles affinché si prendano misure necessarie al contrasto dell’immigrante clandestina dai tanti teatri di guerra e non solo. Misure forti come quelle utilizzate dal Regno Unito che sul piano migranti ha messo a punto l’ipotesi di rimpatrio (o meglio, deportazione) verso il Ruanda di tutti quelli che non hanno diritto di asilo o lo status di rifugiati. Ebbene, ora anche l’Austria si avvia al programma per una possibile destinazione verso Paese terzo dei richiedenti asilo.



Come noto, il piano inglese per il trasferimento di 140 milioni di sterline l’anno al Ruanda (per accogliere richiedenti asilo e gestire le loro pratiche), è sospeso in attesa di un parere della Corte suprema sulla sua legittimità, atteso per fine anno: Vienna invece si impegna ad un simile “accordo sulle migrazioni e la sicurezza” messo a punto dal Ministro degli Interni Gerhard Karner e siglato nelle scorse ore con la controparte britannica, Suella Braverman. «La Gran Bretagna ha molta esperienza sul fronte di una futura gestione delle richieste di asilo fuori dall’Europa. E’ stato un tema importante del mio incontro con la ministra degli Interni a Vienna perché l’Austria può trarre beneficio da questa esperienza. Continueremo a fare uno sforzo coerente perché la Commissione europea porti avanti e autorizzi tali procedure fuori dall’Europa», ha spiegato il Ministro Karner. Per il Cancelliere austriaco Karl Nehammer il piano anti-migranti è l’unico possibile al momento per risolvere nel breve tempo un’emergenza del tutto europea che vede però l’Austria implicata in prima battuta, con gli arrivi dalla rotta balcanica e dal Mediterraneo, via Italia (anche se lo stop a Schengen del Governo Meloni ha di fatto diminuito i flussi temporaneamente). «Il sistema di gestione delle richieste di asilo in un Paese terzo per garantire che i respinti non saranno più in grado di nascondersi nell’Unione Europa o presentino contemporaneamente richieste di asilo in diversi Paesi europei», sostiene Nehammer dopo l’incontro dei Ministri di parte Austria e Uk. Le uniche differenze con il piano Sunak anti-migranti, spiega l’Adnkronos citando fonti austriache, riguardano l’impegno preso dall’Austria con il Paese terzo (ancora tutto da identificare): «L’Austria si impegnerebbe ad accogliere i migranti deportati in un Paese terzo, nel caso in cui la loro richiesta di asilo fosse nel frattempo accettata, contrariamente a quanto previsto dal programma britannico, secondo cui i rifugiati dovrebbero comunque continuare a risiedere in Ruanda, una volta accolta la loro richiesta», si legge nel focus Adnkronos.



“DIFENDERE LE FRONTIERE O L’EUROPA CROLLA”: IL MONITO DEL MINISTRO SCHALLENBERG IN AUSTRIA

Non sono dunque solo le guerre e le crisi economiche a rendere fosco il presente e il futuro prossimo dell’Europa: l’emergenza migranti, mista alla minaccia del terrorismo dai tanti Paesi in guerra tra Balcani, Medio Oriente e nord Africa, resta una delle priorità di un’Unione Europea molto divisa al suo interno sulle soluzioni da adottare in merito. Con le ultime svolte più “rigorose” della Commissione Ue, seguendo le richieste dell’Italia con il Governo Meloni, si è esacerbato ancora di più la distanza tra i Paesi più “aperti” e quelli invece più “rigorosi” nel voler difendere i confini esterni dell’Europa. L’Austria di certo si schiera in questa seconda “parte” e pressa l’Europa affinché prenda immediate contromisure.



«Il problema della migrazione in Europa potrebbe far cadere i governi», sottolinea sabato il Ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg, rilevando come al momento l’Austria abbia il più alto carico pro capite di migrazione nell’Europa continentale. «Anche la Germania dovrebbe discutere di misure per combattere l’immigrazione clandestina», ha aggiunto Schallenberg dopo il meeting con gli altri omologhi europei. Il tema delle deportazioni e dei rimpatri è purtroppo al momento un «tallone d’Achille» del sistema di asilo in Europa, sottolinea ancora il Ministro degli Esteri di Vienna, ed è per questo che i Paesi Ue «dovrebbero fare molta più pressione sui Paesi di origine dei migranti e usare l’influenza dell’Unione Europea». Questo significa, conclude Schallenberg, che occorre «mettere in discussione le preferenze doganali dell’UE o la facilitazione dei visti e adeguare gli aiuti allo sviluppo per i Paesi che non collaborano con noi in materia di rimpatrio»; per poterlo fare, il Governo austriaco è convinto che serva prima di tutto una «adeguata difesa delle nostro frontiere esterne».