Dopo gli attentati di Vienna, il Cancelliere d’Austria Sebastian Kurz vara la linea durissimo contro l’islamismo fondamentalista: «sarà istituito il reato di Islam politico per poter procedere contro coloro che non sono terroristi, ma che creano loro il terreno fertile». Lo ha annunciato lo stesso presidente austriaco il giorno dopo il vertice europeo anti-terrorismo a cui hanno partecipato anche Angela Merkel, Emmanuel Macron, Mark Rutte e i presidenti europei Michel (Consiglio Ue) e Von der Leyen (Commissione Ue): al netto delle polemiche in Italia per la mancata presenza di Conte a rappresentare lo Stato che più di tutti vede entrare nel proprio territorio gli islamisti fondamentalisti, la linea impostata dal Governo di Centrodestra-Verdi segue a scia la battaglia lanciata da Macron per contrastare l’insorgere del fondamentalismo ormai da 5 anni a questa parte. «Serve un approccio robusto in tutta Europa contro i foreign fighters, che sono semplicemente una bomba a orologeria e quindi una minaccia per le nostre società», sottolinea ancora Kurz nel discorso alla nazione.
IL PIANO ANTI-TERRORISMO IN AUSTRIA
Il Governo di Kurz varerà entro il mese di dicembre un nuovo pacchetto di misure che punti in primo luogo all’estensione delle possibilità di «poter chiudere luoghi di culto», come moschee e centri di preghiera mentre verrà introdotto anche un ferreo “registro degli Imam” per controllare le eventuali attività di propaganda. Il piano di Kurz non rimarrà privo di polemiche, specie da quella stragrande maggioranza del mondo musulmano che con il fondamentalismo e il terrorismo ha ben poco a che fare: ma per l’Austria, colpita nel cuore a Vienna due settimane fa, non deve esserci spazio per una “linea morbida”. E così, spiega ancora Kurz, occorre inasprire le leggi sulle associazioni e i simboli dell’islamismo: servono poi anche «provvedimenti per prosciugare i flussi finanziari a sostegno del terrorismo». Le proposte dell’Austria presentate già al tavolo con i colleghi europei martedì scorso prevedono la possibilità di carcere a vita (o sorveglianza elettronica dopo il rilascio) per tutti coloro condannati per reati di terrorismo, con possibile revoca della cittadinanza austriaca agli stessi condannati. Il piano Kurz arriverà in Parlamento a dicembre con la “linea” annunciata ieri: «colpire i sospetti terroristi e l’ideologia che li guida».