Prosegue il dibattito sulle dispute nel Mediterraneo orientale tra Grecia e Turchia, non mancano le polemiche. L’Unione Europea è pronta ad intervenire e, come reso noto da Ankara, sono previsti colloqui esplorativi già nel corso dei prossimi giorni, concordati in videoconferenza tra Erdogan, Merkel e Michel. La minaccia turca ad Atene, con 40 carri armati spostati al confine, non sono piaciute a diversi Paesi membri dell’Ue, compresa l’Austria. Intervenuta ai microfoni di Euractiv, il Ministro per gli affari europei e costituzionali del Governo Kurz, Karoline Edtstadler, ha rilasciato dichiarazioni tranchant: «Non è accettabile che uno Stato infranga il diritto internazionale e mobiliti navi da guerra. È parere comune di tutti gli stati membri la necessità di una riduzione dell’escalation, ma sarà necessario discutere tutte le opzioni, comprese le sanzioni». Ma non solo, l’Austria è favorevole «all’interruzione dei dialoghi di adesione all’Ue dal 2016, già allora la Turchia si stava allontanando dai valori europei».



AUSTRIA CHIEDE SANZIONI CONTRO LA TURCHIA

La tensione nel Mediterraneo tra Turchia e Grecia preoccupano la comunità internazionale e le notizie delle ultime ore sono da accogliere di buon grado. Materia del contendere è l’espansione degli interessi in mare: Atene chiede l’estensione delle acque territoriali, mentre la Turchia prosegue le trivellazioni nell’Egeo. L’Austria ha preso una posizione decisa, condivisa anche da altri partner europei. Ma la Commissione europea al momento sembra temporeggiare, considerando che la presidente Ursula von der Leyen poche ore fa ha tenuto ad elogiare la collaborazione di Erdogan sul fronte migranti: «Ho avuto un dialogo molto utile con il presidente Erdogan sugli sviluppi nel Mediterraneo orientale e sui migranti. Accolgo con favore il previsto avvio dei colloqui con la Grecia, essenziali per la stabilità nel Mediterraneo orientale e per un rapporto costruttivo con l’Unione Europea».

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