Il livello di ossido nitrico nel cervello potrebbe essere legato al disturbo dello spettro autistico. Il possibile collegamento è emerso tramite uno studio condotto sui topi dai ricercatori dell’Università Ebraica di Gerusalemme. L’ossido nitrico (NO) è un gas incolore, inodore e non infiammabile ed è stato trovato per la prima volta nei modelli murini di disturbo dello spettro autistico.



Circa 168 milioni di persone in tutto il mondo sono affette da autismo, con prevalenza di maschi rispetto alle donne. Questo disturbo si presenta solitamente con anomalie nelle interazioni sociali, deficit nella comunicazione, interessi limitati e comportamenti ripetitivi. Come sottolinea il Jerusalem Post, in Israele sono oltre 30.000 i bambini fino all’età di 18 anni che hanno ricevuto la diagnosi di autismo, diagnosi che di solito avviene attorno ai due anni di età. Il team di ricercatori dell’Università Ebraica di Gerusalemme ha pubblicato lo studio “The NO Answer for Autism Spectrum Disorder” su Advanced Science dove ha illustrato il collegamento tra la presenza di ossido nitrico nel cervello e l’autismo. In particolare, lo studio ha dimostrato che gli indicatori di autismo aumentano con l’incremento di questo gas nel cervello. Al contrario invece, nei casi in cui i livelli di NO nel cervello dei modelli murini di autismo sono stati abbassati, in modo proattivo e controllato, gli indicatori dell’autismo e il comportamento sono diminuiti di conseguenza.



Autismo e ossido nitrico nel cervello: “inibire produzione gas per diminuire sintomi”

Collegamento tra ossido nitrico nel cervello e autismo, nello studio si legge che questa ricerca “ha dimostrato in modo straordinario che l’inibizione della produzione di NO, in particolare nelle cellule dei neuroni cerebrali in modelli murini di autismo, provoca una diminuzione dei sintomi” di questo disturbo. In conclusione, “inibendo la produzione di NO negli animali da laboratorio, questi sono diventati più ‘sociali’ e si è osservata una minore ripetitività nel comportamento”.



Negli Stati Uniti, l’autismo è il disturbo dello sviluppo più comune in quanto colpisce una persona su 44 di età inferiore ai 21 anni. A livello globale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che la prevalenza media di questo disturbo sia di 1 ogni 160 bambini. Il Paese con il tasso di autismo più alto è il Qatar mentre il più basso è la Francia. Difficile invece ricavare dati per quanto riguarda il cosiddetto Terzo Mondo, dove ottenere una diagnosi è molto più complicato. I ricercatori hanno scoperto diversi fattori che possono far sì che un bambino abbia una maggiore probabilità di essere diagnosticato con un disturbo dello spettro autistico, tra cui fattori genetici, ambientali e biologici.