L’autismo potrebbe essere collegato all’esposizione del feto al litio. Uno studio condotto dall’Università della California sui dati della Danimarca, come riportato dal Telegraph, ha dimostrato che vivere in un’area in cui nell’acqua potabile sono presenti alti livelli di questo metallo aumenta la probabilità di manifestazione del disturbo infantile del 46% rispetto ad aree in cui non si riscontrano valori superiori alla norma. Il focus, in particolare, è sull’assunzione della bevanda minerale da parte delle donne in gravidanza.



Il litio, infatti, è un metallo presente in natura che si trova nel terreno ed è intensamente estratto poiché è un componente chiave per la produzione di batterie. Lo smaltimento di quest’ultimo in modo errato, nelle discariche, provoca una contaminazione delle acque sotterranee e potrebbe comportare un aumento del rischio di fornitura di acqua potabile inquinata. “I risultati meritano un esame approfondito”, hanno precisato i ricercatori, ma questo non è il primo studio che mette in evidenza i suoi effetti collaterali, in particolare per le donne incinte. È per questo motivo che gli esperti sostengono che bere acqua di rubinetto in gravidanza possa essere rischioso.



Autismo legato a esposizione a litio: la teoria

Le cause dell’autismo sono oggetto di studio da anni, ma ancora non si è arrivati ad una teoria certa: l’Università della California sostiene che il disturbo potrebbe essere legato all’esposizione del feto al litio, ma il rapporto è ancora da approfondire. In passato si è analizzata anche la possibile correlazione con l’inquinamento atmosferico, i pesticidi e le sostanze chimiche denominate ftalati. Adesso una nuova teoria.

L’analisi condotta su un campione di donne incinte della Danimarca ha preso in considerazione altri fattori che possono distorcere i risultati, incluso il genere del bambino (poiché l’autismo è più comunemente diagnosticato nei maschi rispetto alle femmine); il luogo di nascita; se la madre era una fumatrice; lo stato socioeconomico; l’inquinamento atmosferico della zona. Alcuni scienziati indipendenti, tuttavia, hanno affermato che il modo in cui sono stati raccolti i dati evidenzia che è possibile che i bambini nelle aree con più litio possano avere anche maggiori probabilità di ottenere servizi di assistenza migliori, quindi maggiori probabilità di ottenere una diagnosi veloce.