In Francia sta aumentando sempre di più la diffusione dell’auto elettrica, ma nel contempo scarseggiano le colonnine e le stazioni per la ricarica. A porre luce sulla vicenda è il quotidiano Le Monde, che sottolinea: “Per chi ha viaggiato quest’estate in auto elettrica, l’utilizzo dei terminal autostradali si è spesso rivelata un’avventura, in diverse stazioni di ricarica gli automobilisti hanno dovuto attendere diversi minuti prima di potersi collegare a una centralina, tant’è che questa tensione, palpabile ma gestibile, solleva lo spettro d’una situazione che tutti vogliono evitare: la corsa all’auto elettrica, le cui immatricolazioni (140.848) sono aumentate del 31% da inizio 2022, rischia di essere ostacolata dalla mancanza di stazioni di ricarica”.
Le Monde chiosa: “Se i servizi di ricarica delle autostrade rappresentano solo una parte molto esigua dell’offerta disponibile – poco più di 800 terminal oggi su un totale di 70.000 terminal su strada pubblica per 700.000 veicoli interessati – la loro diffusione è fondamentale per poter garantire la mobilità a lunga distanza. E, per inciso, anche per rassicurare coloro che sono tentati dal passaggio all’elettromobilità”. Le società autostradali e i gestori delle colonnine assicurano che per l’estate del 2023 ci saranno ricariche per tutti, ma in ogni caso la preoccupazione monta fra coloro che intendono acquistare un veicolo green o che già lo posseggono. A complicare la situazione è la “reddittività” delle stazioni di ricarica, tenendo conto che solitamente hanno dei costi compresi fra l’1 e i 2 milioni di euro a seconda della loro configurazione.
AUTO ELETTRIA, SCARSEGGIANO LE STAZIONI DI RICARICA: CHI SOPRAVVIVERA’?
A riguardo l’Agi sottolinea: “Sul rapporto tra incremento delle vetture elettriche e diffusione delle centraline di ricarica grava un gap: la redditività. Anche in relazione ai forti investimenti necessari per predisporle. Oltre poi anche all’aumento del prezzo dell’energia elettrica che sconvolge le prospettive di redditività, specie per gli operatori che non hanno un contratto che li protegga nei prossimi mesi dall’inflazione per ciascun kilowatt”.
Di conseguenza stanno aumentando i prezzi delle ricariche, fino al 50% in più rispetto a pochi mesi fa. Chi riuscirà quindi a sopravvivere? Secondo uno studio pubblicato da Roland Berger “i vincitori saranno coloro che, nei prossimi due o tre anni, avranno raccolto capitali sufficienti per costruire rapidamente la propria rete nelle migliori località. Gli altri saranno assorbiti”.