La reazione della UE sarebbe a scoppio ritardato: i dazi sulle auto elettriche, che potrebbero essere decisi a luglio e operativi a novembre, serviranno a poco. L’arrivo delle macchine prodotte dalle aziende del Dragone ormai è una realtà, tanto che i porti di mezza Europa sono pieni di vetture in attesa di essere immesse sul mercato. Non solo, spiega Pierluigi Bonora, giornalista de Il Giornale, esperto del settore automobilistico, ora i cinesi ci proveranno anche con le auto a motore endotermico, con le ibride, mettendo ulteriormente in difficoltà i grandi produttori europei. Se poi si considera che piano piano Pechino porterà nel Vecchio continente anche le sue fabbriche (lo sta già facendo) il quadro del settore automotive europeo che ne esce è particolarmente preoccupante.
Dopo l’incontro di Xi Jinping con Von der Leyen e Macron si è tornato a parlare di dazi europei antidumping sulle auto elettriche cinesi. Serviranno a qualcosa?
I cinesi se ne fregano. Fa parte della campagna elettorale di Von der Leyen sostenuta da Macron, ma così la UE chiude la stalla quando i buoi sono già scappati. I dazi sono annunciati per luglio e chissà se arriveranno per novembre. Intanto i cinesi aprono già fabbriche in Europa, in Spagna, in Ungheria e magari anche in Italia: se entrano qui danno un contributo all’economia e offrono lavoro, diventano come giapponesi e coreani, fanno parte del sistema di produzione.
Ma se i dazi venissero applicati quali conseguenze comporterebbero?
Non serviranno a niente. I cinesi stanno facendo affluire nei porti europei migliaia e migliaia di auto elettriche, ci sono piazzali stracolmi. In Cina c’è una sovracapacità di produzione e se ne devono liberare, così le hanno fatte già arrivare in Europa, anche per aggirare eventuali dazi.
Il dumping, però, è alla luce del sole: le aziende cinesi vengono aiutate con sussidi dello Stato. Non possiamo fare niente per sopperire a questo tipo di concorrenza?
I sussidi ci sono, il governo cinese ha ritenuto di farli e l’Europa si è svegliata con anni di ritardo. Doveva pensarci prima, ormai i giochi sono fatti. Teniamo presente che ora è interesse anche delle case automobilistiche, soprattutto quelle tedesche, mantenere buoni rapporti con Pechino.
Finirà che mettendo i dazi l’Europa indurrà la Cina ad alzare i prezzi delle auto che venderanno agli europei?
Anche questo è vero. In America ci sono già dei dazi pesanti. Se dovesse vincere Trump li porterebbe al 67%. Ma lì i provvedimenti li avevano già presi, non come gli europei. Una volta messi i dazi in Europa molte delle auto saranno già arrivate e anche le aziende cinesi staranno realizzando i loro siti produttivi.
Insomma, è in atto una sorta di conquista dell’Europa da parte cinese?
Per la Cina l’Europa è un territorio di conquista. I cinesi hanno messo a segno una mossa abilissima: hanno ingaggiato questa battaglia sulle auto elettriche con le case europee costringendole a produrre a loro volta l’elettrico. Adesso che i produttori UE hanno annunciato miliardi di investimenti nel settore l’Europa in questo campo comincia a zoppicare, perché non si possono concedere incentivi in eterno: per questo i cinesi si stanno preparando a vendere in Europa anche vetture con motore endotermico, ibride e plug-in, diesel. Macchine che vanno ancora a genio agli europei, che verranno offerte a prezzi competitivi. I manager europei sono cascati nel tranello.
La risposta sull’introduzione dei dazi, comunque, l’avremo solo con la nuova Commissione europea, dopo le elezioni?
Vedremo il voto cosa porterà. Il problema è che in Europa è stato fatto tutto a tavolino, senza considerare il mercato. In Francia le auto elettriche vanno bene perché hanno le centrali nucleari e pagano l’energia elettrica il 30% in meno rispetto a noi. Invece l’Italia, che è contro il nucleare, compra energia dalla Francia.
I marchi europei cosa potrebbero fare per risollevarsi e fare fronte alla concorrenza cinese?
Auguro loro buon lavoro. Annunciare il “tutto elettrico” a partire dal 2025 o 2026 è stata una follia, anche perché ora che devono tornare sui loro passi fanno una brutta figura. Cinque anni fa le previsioni erano queste, dopo un lustro tra Covid, guerre e crisi mondiali, le cose sono cambiate. Hanno pianificato tutto senza pensare agli imprevisti, a eventuali scenari negativi. Non hanno pensato alla risposta del mercato. Credo che anche in Italia quando verranno introdotti gli incentivi, probabilmente a fine mese con applicazione a giugno, si riverseranno sulle macchine endotermiche. Gli incentivi che sono stati messi a disposizione finora per le auto elettriche gli italiani non li hanno usati.
(Paolo Rossetti)
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