Renault ha deciso di cancellare la quotazione di “Ampere”, la divisione dell’auto elettrica del costruttore francese. La ragione, secondo quanto dichiarato da Renault, è che le attuali condizioni dei mercati azionari non sono “ottimali” per portare a termine la quotazione “nel miglior interesse di Renault, dei suoi stakeholders e di Ampere”. A settembre, l’ad di Renault, aveva stimato il valore della società in otto miliardi di euro; oggi sembra che quella valutazione non sia più attuale. Di mezzo c’è il crollo in borsa di Tesla, la principale società occidentale del settore.



Gli investitori hanno evidentemente deciso che le prospettive dell’auto elettrica di uno dei principali gruppi europei non siano più interessanti. Se si vogliono fare volumi con un modello popolare bisogna avere la forza, anche finanziaria, di resistere ai concorrenti cinesi che hanno accumulato un vantaggio competitivo notevole. Se invece si punta sull’alto di gamma si trova da subito Tesla e in prospettiva una pletora di costruttori premium che tenteranno di occupare il segmento.



Occorre sottolineare un punto. Le auto elettriche si svalutano perché l’innovazione tecnologica le rende obsolete velocemente. Un modello premium comprato da pochi anni subisce un invecchiamento che non ha paragoni rispetto alle auto tradizionali; la durata delle batterie è un esempio. La competizione nell’alto di gamma promette di essere particolarmente agguerrita ed esacerbata dall’invecchiamento precoce delle auto elettriche; prima di spendere molto occorre riflettere bene per non trovarsi in poco tempo con un modello sorpassato.

Più passa il tempo, più diventa chiaro che l’auto elettrica non può essere la risposta al desiderio di muoversi dello stesso numero di persone che oggi possiede un’auto tradizionale. Altrimenti gli investitori non avrebbero snobbato Ampere. Gli incentivi statali non basteranno mai per tutti i potenziali compratori. Il sogno dell’auto elettrica e il contemporaneo abbandono imposto del motore a combustione può essere ottenuto solo a patto di diminuire drasticamente il numero di possessori di auto. Non c’è sufficiente abbondanza di materie prime e spazio fiscale dei Governi per renderlo accessibile a tutti. Questa forse è la ragione per cui si sperimentano in questi giorni limiti di velocità punitivi nelle grandi città, proprio dove in teoria l’auto elettrica potrebbe e dovrebbe dire la sua. Il vero problema non è avere una macchina che consuma benzina, ma avere una macchina in quanto tale dato che può essere solo elettrica e scarsa. Meglio quindi abituarsi a fare senza.



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