L’auto elettrica inquina più di quella a motore termico? È davvero la soluzione per un futuro più green? La trasmissione Le Iene ha intervistato cinque esperti per sfatare miti e dicerie sull’auto elettrica. La professoressa Silvia Bodoardo del Politecnico di Torino ha spiegato come “se io ho un veicolo elettrico, nella mia batteria andrò a mettere dell’energia elettrica” e quindi la sostenibilità “dipende dal mix con cui è prodotta questa energia elettrica. Se fosse 100% energia rinnovabile io avrei il 100% di energia pulita. A oggi in Italia è il 40%. Se invece uso un’auto a combustione, il 100% dell’energia che ho inserito nel serbatoio è al 100% non pulita”.
Di simile avviso Maurizio Fauri, docente dell’Università di Trento, che a le Iene sottolinea come “se anche tutta l’energia fosse fatta dalle centrali termoelettriche avremmo comunque degli enormi vantaggi ambientali. Le centrali produrrebbero energia con un rendimento quasi doppio rispetto alle auto a combustione, e poi sarebbero centrali concentrate in pochi punti, lontano dai centri ambitati e molto controllate a livello di emissioni. Si eviterebbe l’inquinamento polverizzato fatto da centinaia di migliaia di macchine che girano nei centri storici”. Fauri menziona anche ulteriori vantaggi dell’auto elettrica rispetto a quella a motore termico: “non fa inquinamento acustico, quindi tutti i soldi spesi per le barriere acustiche lungo le strade potrebbero non esserci. Le pastiglie dei freni si cambiano ogni 2-300.000 chilometri, perché frena in maniera elettromagnetica. L’auto elettrica non ha l’olio da cambiare del motore e dei freni, quindi non ci sono più tonnellate di olio da smaltire ogni anno, non ci sono neanche più i filtri”.
Auto elettrica, i vantaggi secondo gli esperti: il lato green oltre le polemiche
Auto elettrica, il professor Marcello Colledani, del Politecnico di Milano, sentito da Le Iene ricorda che “ci sono meno componenti in un veicolo elettrico, e in particolare il motore elettrico ha una durata molto lunga”. La trasmissione smentisce anche i dati citati dal deputato europeo leghista Alessandro Panza, che in un video divenuto virale menzionava la necessità di ricorrere a 9-11 chili di terre rare per ogni veicolo elettrico: secondo la International Energy Agency infatti in ogni auto elettrica ci sono 0,5 kg di terre rare.
Proprio in merito a questo materiali, Silvia Bodoardo precisa che a oggi “l’estrazione è un’industria che ha un impatto ambientale importante, ma viene bilanciata oggi dal riciclo di questi materiali. Si parla di miniere urbane quando si parla di rifiuti da cui posso estrarre i materiali di cui ho bisogno”. Per questo motivo “la batteria europea viene disegnata per essere smaltita. Avremo quello che si chiama passaporto digitale sulle varie celle, che è sostanzialmente un qr code molto importante per rendere smaltibile la cella” che compone la batteria dei veicolo.
Auto elettrica, la questione del riciclo delle batterie: “sistemi di accumulo…”
Nicola Armaroli, Dirigente di ricerca del Consiglio Nazionale Ricerche, a Le Iene smentisce anche le polemiche sull’enorme dispendio di acqua per estrarre i sali di litio, spiegando che “è vero, ma è vero solo una volta. Quando tu importi petrolio, bruci CO2 e questa se ne va in atmosfera, non ha odore né colore ed è come se sparisse nel nulla quel petrolio”. Invece per “la batteria, in cui dentro c’è il litio, quando la mia macchina mi caricherà solo l’80% verrà utilizzata per un uso di secondo livello”. In sostanza, la batteria dei veicoli elettrici può trovare molteplici usi anche dopo aver esaurito il suo ciclo di vita all’interno di un veicolo elettrico.
Un esempio concreto di riciclo e riutilizzo è fornito dal professor Leonardi Setti dell’Università di Bologna: “in California ci sono grandi sistemi di accumulo all’interno di container dove le batterie vengono tolte dalle automobili perché esauste e, dentro questi container, vengono cablate. Così tu hai delle centrali che possono dare energia elettrica a centinaia di migliaia di famiglie”.