L’auto elettrica è come la figlia della Sora Camilla: tutti la vogliono e nessuno se la piglia. Il 70% degli italiani si dichiara intenzionato a comprarla, ma solo il 3,9% lo fa davvero.

Il primo dato è frutto di un sondaggio contenuto nel Report Mobility Consumer Index del 2023 di Ernst & Young ed è opinabile come tutti i sondaggi, ma il secondo non lo è affatto perché arriva dal rapporto tra il numero di immatricolazioni di auto elettriche – che tra l’altro comprende anche quelle delle imprese e dei concessionari – e quelle totali. Insomma, c’è un divario enorme tra i propositi e la realtà che inchioda, almeno nel nostro Paese, le vendite dei veicoli a batteria ed è spiegabile da almeno sei, concretissime, considerazioni.



Il prezzo – Le auto elettriche costano di più delle altre. Il mercato è fatto per la maggior quota di auto piccole o medio piccole e il loro acquisto è fortemente influenzato dalla variabile prezzo. Dovunque nel mondo, dalla Cina alla Germania, le vendite di auto elettriche registrano un piccolo boom quando ci sono degli incentivi statali consistenti. Evidentemente quelli italiani non sono sufficienti.



La tecnologia Non passa giorno che non vengano annunciati fantastici futuri sviluppi delle batterie e a ogni nuovo modello immesso sul mercato si alza l’asticella dell’autonomia dichiarata dal costruttore. Un esempio: la prima Renault Zoe in vendita fino al 2019 aveva 219 chilometri di autonomia dichiarata, quella nei concessionari oggi ne ha quasi il doppio. L’idea di comprare, a caro prezzo, un’auto che sarà superata in breve tempo sulla componente più importante del veicolo non è confortante e spinge molti a rimandare l’acquisto.

Energia – Lo scoppio della guerra in Ucraina ha fatto salire i prezzi dell’energia, ma anche fatto emergere un problema: alcuni Stati europei, a fronte di possibili carenze nella fornitura di elettricità, hanno ipotizzato il blocco delle ricariche elettriche delle auto come possibile soluzione. Un’ipotesi che non invoglia all’acquisto, come i frequenti blackout estivi quando si accendono i condizionatori d’aria nelle case e negli uffici. Cosa accadrà quando ci saranno molte più auto elettriche in circolazione? Un dubbio che contribuisce a frenare le vendite.



Il garage – Chi vive in città e parcheggia in strada perché non possiede un posto auto privato non ha la possibilità di ricaricare l’auto con un contratto vantaggioso e paga l’energia elettrica molto di più. Inoltre, anche se il loro numero in rapporto ai veicoli elettrici è più che sufficiente, almeno per ora, può non avere vicino a casa una centralina pubblica o può trovarla occupata, deve preoccuparsi di spostare l’auto a fine ricarica e sperare che non ci siano malfunzionamenti. Insomma, non è il massimo della comodità e questo problema frena le vendite delle auto auto elettriche proprio nelle città più grandi che dovrebbero essere le aree maggiormente interessate all’acquisto.

Batterie – Quanto durano le batterie? Dipende da quanto e come si ricarica. Più volte e più velocemente lo si fa e meno durano. Questo lo si sa, ma è passato troppo poco tempo dall’arrivo sul mercato delle auto elettriche per avere un’idea più precisa. Quello che si sa per certo è col tempo la capacità di accumulare energia delle batterie e, di conseguenza, l’autonomia si riducono e sotto un livello accettabile (70-80%), l’auto vale ben poco e conviene cambiarla piuttosto che sostituire le batterie.

Rogne – Con un’auto elettrica bisogna programmare gli spostamenti più lunghi, fornirsi di App per ricaricare e armarsi di infinita pazienza. Ma tutto ciò è niente rispetto alle rogne che si debbono affrontare per piazzare una wall box per caricare l’auto nel proprio posto auto in condominio. Bisogna avere il parere dell’assemblea con delibera approvata dalla maggioranza, ma il condomino può procedere comunque sostenendo tutte le spese e assicurandosi di non danneggiare le aree comuni. Insomma, uscirne sereni è mission impossible.

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