Nonostante il mercato delle auto elettriche non proceda come Europa e burocrati speravano, continuano a salire i costi che gravano sui consumatori, già costretti a pagare prezzi eccessivamente alti per le vetture ed ora anche per le ricariche. La decisione arriva direttamente dall’Autorità per l’energia (Arera) che in occasione del passaggio da mercato tutelato a libero ha pubblicato l’ultimo aggiornamento ai prezzi della materia energia.



Partendo dalle buone notizie, prima di arrivare alle auto elettriche, l’Arera ha definito che dal primo aprile (oggi) il costo dell’energia sul mercato libero è sceso del 19,8%, toccando i 20,24 centesimi al Kwh (tra gennaio e marzo erano 25,24). Un calo dovuto alla diminuzione del costo della componente energia, pari al 21,3% in meno, legato al Prezzo unico nazionale dal quale si indicizzano le tariffe. Da un lato le buone notizie e, dall’altro, le cattive, perché mentre il costo dell’energia cala, Arera si trova costretta ad aumentare gli oneri di sistema che gravano sia sulle bollette, sia il costo della ricarica alle colonnine delle auto elettriche.



Arera: “Aumentano gli oneri per compensare le rinnovabili”

Da oggi, infatti, i pochi acquirenti delle auto elettriche si troveranno a pagare circa il 2,7% in più dei cosiddetti oneri di sistema, che sono pari al 14,7% del totale della bolletta. Dal punto di vista delle bollette si tratterà di un aumento di poco inferiore ai 3 centesimi al Kwh per le famiglie, di poco superiore ai 4 centesimi/Kwh per le imprese; mentre per quanto riguarda le colonnine le componente degli oneri di sistema passerà a 6,8 centesimi/Kwh.

Ma, nel dettaglio, a cosa sono dovuti questi aumenti, tanto per le auto elettriche, quanto per le bollette, se la materia prima (l’energia) registra un calo quasi del 20%? La risposta la dà direttamente Arera: “A pesare sugli oneri di sistema”, riporta una  nota, “è stato soprattutto il maggior fabbisogno per gli incentivi alle rinnovabili determinato dalla flessione dei prezzi dell’energia all’ingrosso: molti incentivi alle rinnovabili prevedono infatti le compensazione della differenza tra un livello di incentivo predeterminato e il prezzo di mercato. Più scende il prezzo di mercato”, postula e sintetizza Arera, “maggiore è l’importo da compensare ai produttori attraverso la voce Asos degli oneri di sistema”. Cosa significa? Che più aumenteranno i produttori di rinnovabili che vorranno accedere agli incentivi, più aumenteranno i costi che gravano sui consumatori.