Sul fronte delle auto elettriche, secondo quanto riporta la Verità, si sta aprendo una nuova battaglia che vede come oggetto della contesta i dati raccolti dai sistemi connessi alla rete, contesi tra i produttori automobilistici e le compagnie assicurative. Queste, infatti, sotto la guida di Insurance Europe, hanno presentato alla Commissione UE una lettera per chiedere che quei dati vengano resi disponibili dalle case automobilistiche, che ora li detengono e non li distribuiscono.



Secondo la Verità, infatti, per quella enorme quantità di dati che le auto elettriche raccolgono si potrebbe creare un vero e proprio business milionario, sul quale probabilmente anche diverse altre società potrebbero avanzare qualche interesse. Tutto questo, ovviamente, a discapito dei consumatori, che si troverebbero soggetti economico di uno scambio economico del quale non gioverebbero in alcun modo, esattamente come avviene in questo momento con cellulari e dispositivi smart. L’allarme sulla raccolta dati delle auto elettriche, inoltre, è stato ribattuto anche da Andrea Amico, fondatore della società Privacy4Cars, secondo il quale “le persone non si stanno rendendo conto di quanto sta accadendo”.



Quali dati raccolgono le auto elettriche

Le previsioni di vendita delle auto elettriche stimano che da qui al 2025 ne circoleranno circa 250 milioni, delle quali circa un 10% potrebbe essere collegato alla rete 5G, mentre a livello di dati si stima che in un’ora di utilizzo delle propria vettura ne vengano prodotti, trasmessi e accumulati circa 25 gigabyte. Di che dati si tratta? Semplicemente di qualsiasi cosa riguarda la propria vettura, nonché i suoi passeggeri e gli elementi circostanti.

I dati raccolti dalle auto elettriche, infatti, sono relativi al segnale gps, che ne traccia sempre la posizione precisa, ma anche ai numerosi sensori, microfoni e telecamere che la macchina possiede, sia al suo interno che all’esterno. Inoltre, è in grado di stimare il peso complessivo del carico, quante persone trasporta, senza dimenticare i dati che trasmette il cellulare del guidatore connesso con il bluetooth, tra messaggi, mail, notifiche e telefonate. Non a caso le auto elettriche e i loro dati sono già stati usati in alcune indagini, come la Chevrolet che negli USA, grazie ai microfoni interni, ha permesso di incastrare il colpevole di un omicidio. Similmente, quei dati sono stati usati anche per incastrare i trafficanti di droga, grazie proprio al peso del trasporto, facendo partire un’allerta in dogana che ha portato al controllo del carico. Inoltre, fa pensare che nel 2021 la Cina ha invitato i dipendenti pubblici a non guidare Tesla, né a parcheggiarle nei pressi dei centri di potere governativo. Senza contare, infine, il fatto che quei dati potrebbero più o meno facilmente finire in mano a malintenzionati, con esiti del tutto imprevedibili (si pensi, tra le altre ipotesi, a stalker e predatori sessuali)