La transizione ecologica si prospetta come un flop. Volkswagen, in Bassa Sassonia, ha deciso di ridurre la produzione di auto elettriche nello stabilimento di Emden. Il problema non è la mancanza di parti elettroniche o manodopera ma di richiesta, inferiore del 30% rispetto a quella prevista. Gli stipendi tedeschi sono molto più alti di quelli italiani, come sottolinea La Verità, ma i costi sono particolarmente alti: quasi 60.000 euro per una berlina elettrica di fascia B e tempi particolarmente lunghi come 14 mesi per una Golf o una ID.4. Manfred Wulff, presidente del consiglio di fabbrica di Emeden, al Nordwest-Zeitung ha dichiarato che si annuncia un taglio ai volumi produttivi legato alla mancanza di domanda per i modelli a batteria assemblati nel suo stabilimento.



“Notiamo riluttanza e incertezza verso il mondo dell’elettrico, la domanda è quasi del 30% inferiore ai volumi inizialmente programmati, così Volkswagen ha deciso per le prossime due settimane di non far svolgere alle maestranze il turno lavorativo straordinario previsto per realizzare sia il modello ID.4, sia per i primi modelli della più grande ID.7, e di mantenere questo ritmo fino a dopo la pausa estiva, che per taluni addetti sarà di tre settimane di ferie” ha spiegato Wulff. Il presidente ha poi spiegato: “In agosto non sarà rinnovato il contratto a circa 300 dei 1.500 operai attualmente a tempo determinato”.



Sbagliate le previsioni di vendita

Non è chiaro se il rallentamento della produzione di Volkswagen sia temporaneo, provocato da una previsione non accurata dei manager, o se verrà prolungato anche in futuro. L’auto elettrica sembra infatti non essere una soluzione perseguibile dalla maggioranza degli automobilisti per via dei costi e dei tempi di ricarica piuttosto lunghi. Olaf Lies, ministro degli Affari economici dello stato della Bassa Sassonia, ha definito “comprensibili” le decisioni della Volkswagen riguardo l’impianto di Emden. Inoltre, per contrastare il crollo delle vendite, ha chiesto una riduzione dell’imposta sul valore aggiunto e ulteriori incentivi per i veicoli elettrici, come spiega La Verità.



La decisione presa dal Gruppo Volkswagen stride con il dato sulle vendite in Europa che erano aumentate del 68% in nel primo trimestre del 2023, mentre negli Stati Uniti del 98%. Le vendite in Cina sono diminuite del 25%. Nel 2022 Volkswagen aveva annunciato di aver pianificato di investire quasi 1,1 miliardi di dollari nella conversione e nella riorganizzazione dell’impianto nella Bassa Sassonia, impiegando in tutto 8.000 lavoratori nel settore delle auto elettriche. Secondo alcuni analisti, la Volkswagen avrebbe esagerato nelle previsioni sulle vendite: da qui la necessità di bloccare, al momento in maniera temporanea.