La transizione green non giova ai conti della Ford. L’unità di veicoli elettrici ha conti in rosso: le perdite nel primo trimestre del 2024 sono salite a 1.3 miliardi di dollari, ovvero 132.000 dollari per ciascuno dei 10.000 veicoli venduti in questi tre mesi. Continua dunque la discesa: nel trimestre è stato registrato un ulteriore -20% rispetto all’anno precedente. Secondo l’azienda le perdite vanno oltre i costi di costruzione e vendita e includono milioni spesi per la ricerca e lo sviluppo dei veicoli elettrici, come spiega La Verità. Tali investimenti, dunque, non potranno essere ammortizzati.
L’intenzione della casa automobilistica è quella di coprire tali costi di ricerca e sviluppo con la vendita di auto elettriche entro i prossimi 12 mesi ma anche questo scenario non sembra realizzabile, almeno non in breve tempo, come sottolinea La Verità. John Lawler, direttore finanziario di Ford, ha spiegato che “le entrate stanno diminuendo più velocemente di quanto riusciamo a eliminare i costi”.
Auto elettriche, costi elevati per i produttori
Anche negli Stati Uniti il mercato delle auto elettriche non sembra sorridere più di quanto. Nel mese di marzo la vendita di veicoli a batteria ha frenato dappertutto: accelera però la vendita delle ibride mentre continua a frenare quella delle elettriche. Secondo quanto riporta La Verità, non convince neppure la strategia di Stellantis che sembra voler vendere le ibride fuori dai confini nazionali e spingere in Italia sulle elettriche. Nel 2014 Marchionne dichiarò, a sorpresa: “Spero che non comprerete la 500 elettrica perché ogni volta che ne vendo una perdo 14.000 dollari”. Parole che oggi appaiono profetiche.
Ieri, intanto, è stato diffuso un rapporto dell’Associazione europea dei produttori di automobili (Acea) che rivela come vi sia un divario importante tra i punti di ricarica per auto elettriche nell’Ue e ciò che sarà necessario per raggiungere gli obiettivi di riduzione di CO2. In poche parole, le vendite delle auto elettriche sono cresciute più velocemente rispetto all’istallazione dei punti di ricarica: l’Unione Europea avrebbe infatti bisogno di otto volte più punti entro il 2030. Punti di ricarica che, oltretutto, hanno aumentato le proprie tariffe.