Più della metà di chi possiede un’auto elettrica, vorrebbe cambiarla con una termica quando sarà il momento di acquistarne una nuova. A rivelarlo è uno studio olandese realizzato da Vzr, associazione di guidatori professionisti. Secondo tale ricerca, solo il 43% dei possessori di auto a batterie, vorrebbe acquistare un’altra elettrica una volta arrivato il momento di cambiarla. Il 25% degli intervistati in futuro ha dichiarato di voler puntare su un ibrido mentre il 24% sceglierà proprio una vettura e benzina. L’8% opterà per il gasolio. Dunque, il 57% di chi ha acquistato un’auto elettrica, sarebbe pentito e avrebbe intenzione di tornare al motore termico.



Come spiega Vzr, le cause dipenderebbero anche da motivazioni economiche. In Olanda, infatti, la fine degli incentivi statali potrebbe accentuare l’abbandono alle auto elettriche: questi verranno eliminati gradualmente fino al 2026. Ci sono poi problemi di natura tecnica, come l’ansia da autonomia e i tempi di ricarica così come la mancanza di infrastrutture. Il caro di elettricità, poi, ha reso sempre meno vantaggioso il meccanismo di ricarica.



I timori degli automobilisti

Come riporta La Verità, riferendosi alla ricerca Vzr, gli automobilisti hanno paura di non arrivare a destinazione o di non trovare colonnine disponibili per le proprie auto elettriche. Anche il fatto di dover attendere ore per ricaricare la propria auto rende svantaggioso, per i consumatori, il loro acquisto. Le infrastrutture stanno diventando sempre più numerose e capillari grazie alla rivoluzione verde che vorrebbe bandire le auto a motore termico entro il 2035. Al momento, però, le difficoltà di queste auto sono evidenti. Infine, c’è ancora incertezza su quale sarà la fine che faranno le batterie esauste che circoleranno tra una decina di anni in Europa.



Una recente ricerca di Bain&Company ha evidenziato che in Italia solo il 4% delle auto sono elettriche: il valore è al di sotto della media europea che vede il 12.2% di vetture elettriche circolanti sul parco auto totale. Lontani, dunque, dai numeri di Norvegia, Germania, Regno Unito, Austria e Francia. In Italia i modelli hanno ancora costi molto alti, nonostante gli incentivi.