I dati parlano chiaro: le auto elettriche non stanno attecchendo come ci si aspettava. I consumatori non sembrano apprezzare questa transizione (quasi) obbligata. Come riporta Il Giornale ad aprile il mercato dell’elettrico in Italia si è attestato sul 2,3%, e in Europa si è registrato in un anno un calo dal 13,9% al 13%. Disvalori apparentemente minimi che però sulla totalità incidono su quella che doveva essere la rivoluzione ‘green’ del settore auto. Se poi ci aggiungiamo quanto la transizione ecologica costi ai costruttori già si può presagire il flop e l’inversione di rotta di alcune case automobilistiche. In questo senso già si apprende di Mercedes e Ford come riporta l’Avvenire, le quali per parecchi anni ancora hanno deciso di non abbandonare i motori termici.



Entrando più nel dettaglio secondo lo studio condotto dal Boston Consulting Group, la maggior parte dei costruttori perde in media 6 mila dollari (pari a circa 5.500 euro) per ogni vettura elettrica venduta. Per ora queste spese sono compensate dalla vendita di auto a benzina, ibride e diesel, ma quale futuro si prospetta per le case automobilistiche?



AUTO ELETTRICHE: IL CAMBIO DI PASSO

Se guardiamo oltreoceano Tesla, pioniere delle auto elettriche, ha impiegato 10 anni prima di affermarsi nel mercato. Ma anche Elon Musk deve fare i conti oggi con la crisi e con una produzione che supera di gran lunga la domanda. E il miliardario ha dovuto anche applicare delle riduzioni di prezzo sui listini per continuare ad assicurarsi guadagni. Anche sul fronte del vecchio continente le case automobilistiche dovranno adottare soluzioni per poter ammortizzare i costi.

E così Mercedes ha deciso di proseguire nei prossimi anni con una doppia offerta, che vede da un lato le auto elettriche e dall’altro lato le vetture a combustione. Se ci sarà domanda l’intenzione è di proseguire su questo doppio binario per altri 10 anni. Ford, dal canto suo, mentre in un primo momento aveva deciso di polarizzare le vendite solo sulle auto elettriche a partire dal 2030, ora ha fatto retromarcia: anche dopo tale periodo, se ci sarà richiesta di motori ibridi, continuerà a produrli.