Alcune scelte strategiche sbagliate pesano nel declino dell’Italia, che sta scivolando indietro come potenza economica. Lo dimostra il settore auto secondo Ignazio Visco, governatore di BankitaliaLa questione auto è esemplificativa del problema“, ha spiegato al Festival dell’Economia di Trento. Visco fa un passo indietro fino al 2015: “Ci fu una lunga discussione sul dieselgate e a Parigi ci fu una Cop importantissima. Già allora l’Asia era diventata il massimo produttore di automobili al mondo“. All’epoca c’era Marchionne che in Italia diceva che l’auto elettrica “era di là da venire e che non faceva investimenti ingenti sull’auto elettrica“.
Pure se la Fiat li avesse fatti, in un momento in cui gli altri non li facevano, sarebbe stato comunque un problema. Da qui la convinzione che “in Europa è mancata la consapevolezza dell’importanza dell’innovazione in questo campo“. Il problema però non riguarda solo il mondo dell’automobile per Ignazio Visco: “Nell’innovazione digitale la leadership non è sicuramente europea. È difficile aspettarsi che l’innovazione provenga da imprese europee, ma possiamo rientrare in tante aree e sviluppi che neppure immaginiamo. Serve però unità, coesione e condivisione degli obiettivi”, ha aggiunto il governatore di Bankitalia.
LA STOCCATA DI VISCO (BANKITALIA) ALLA BCE
Nel corso del suo intervento al Festival dell’Economia di Trento, Ignazio Visco ha criticato anche la Banca centrale europea (Bce), riservandole una frecciata esplicita visto che negli ultimi mesi ha alzato costantemente i tassi di interesse sul debito. “Io mi aspetto che l’inflazione di fondo rifletta la riduzione del costo dell’energia. La politica monetaria è sicuramente quella corretta in questo momento anche se forse io avrei spinto per una gradualità maggiore“. Per il governatore di Bankitalia è giusto tenere sotto controllo la dinamica dei prezzi, ma d’altra parte “non bisogna lasciare da sola la politica monetaria che va accompagnata da una politica di bilancio accorta e dalla responsabilità delle parti sociali“. Visco ha citato poi sindacati e imprese europee: “Quando si dice che c’è uno choc e che non va accomodato non è perché vogliamo fare cadere i salari, ma perché i salari devono crescere con il crescere dell’economia. Se si dovesse mettere in moto la rincorsa prezzi-salari sarebbe illusoria“.