Le auto elettriche dalla Cina costeranno in media il 20% in meno rispetto a quelle prodotte in occidente, il motivo principale di questi prezzi concorrenziali è stato più volte individuato da parte dei funzionari della Commissione Europea nei sussidi statali che permettono ai produttori di immettere nel mercato vetture in grande quantità, con obiettivo di raggiungere almeno il 15% nel 2025. Sulla base a queste analisi, preoccupanti per il futuro delle industrie Eu, Ursula Von der Leyen è intervenuta con un discorso nel quale ha parlato della necessità di avviare approfondite indagini in merito, perchè sussistono sufficienti prove per stabilire che la quantità di sussidi economici elargiti ai produttori cinesi dal governo sia ingiusta.



L’annuncio, come riporta il quotidiano Euractiv, non è stato accolto positivamente da tutti gli stati membri. Infatti la Germania ha cottolineato come questa azione dovrà tenere conto di eventuali ripercussioni che potrebbero arrivare da parte della Cina, soprattutto se in seguito alla conclusione dell’inchiesta, come è probabile, verranno inseriti dazi alle importazioni per compensare.



Indagine Eu sui sussidi cinesi alle auto elettriche, in arrivo “dazi compensativi”

Dopo il discorso di Ursula Von Der Leyen in Commissione Europea sulla necessità di far partire l’indagine sui sussidi cinesi alle auto elettriche, è arrivata la reazione dalla Cina. La camera di commercio cinese all’Ue ha infatti già espresso “forte preoccupazione” per questo provvedimento, dichiarando che la concorrenzialità è merito di un progresso dovuto ad un sostanziale vantaggio industriale, facendo intendere quindi che Pechino è avanti a livello tecnologico perchè ha investito di più e non mantiene i prezzi bassi solo grazie ai sussidi statali come invece sostengono i funzionari Eu.



Le critiche sono arrivate soprattutto per la possibilità molto concreta di imporre dazi compensativi, e ridurre la differenza di prezzo tra veicoli prodotti in Europa e quelli cinesi.Tutto ciò però potrebbe indurre il mercato ad andare in direzione opposta, e quindi contrariamente a quanto sostenuto dalla presidente , invece di avviare una concorrenza leale, c’è il rischio che si verifichi una corsa all’aumento dei prezzi che penalizzarebbe solo i consumatori.