Si aggrava il bilancio della tragedia dell’auto esplosa a Napoli venerdì scorso, veicolo-prototipo in cui era deceduta la ricercatrice del Cnr Maria Vittoria Prati. Morto poche ore fa anche il tirocinante 25enne Fulvio Filace, laureando che si trovava a bordo del mezzo e rimasto gravemente ferito. A riportare la notizia è l’Ansa, secondo cui sarebbe arrivata conferma del decesso da fonti dell’ospedale Cardarelli dove il giovane era ricoverato in gravissime condizioni a seguito dello scoppio. La ricercatrice Maria Vittoria Prati, 66 anni, si è spenta lunedì dopo alcuni giorni di ricovero e, stando alla ricostruzione, si trovava alla guida della vettura sperimentale.



Fulvio Filace è la seconda vittima del drammatico incidente su cui è intervenuta un’inchiesta attualmente in pieno svolgimento. Laureando in Ingegneria Meccanica, secondo quanto riferito dal Corriere della Sera era in coma farmacologico dopo aver riportato ustioni di terzo grado sul 70% del corpo e diversi gravi traumi. La morte sarebbe avvenuta a seguito di una crisi respiratoria. Nei giorni scorsi, il 25enne sarebbe stato sottoposto a due interventi chirurgici ma tutti i tentativi di salvarlo si sarebbero rivelati vani. L’esplosione dell’auto ibrida sperimentale è avvenuta in tangenziale e anche per il giovane, le cui condizioni sembravano stabilizzate, non c’è stato nulla da fare.



Auto esplosa a Napoli, inchiesta sull’incidente costato la vita a Maria Vittoria Prati e Fulvio Filace

La notizia della morte del tirocinante 25enne Fulvio Filace arriva nel pieno delle indagini sull’incidente costato la vita anche alla ricercatrice Cnr Maria Vittoria Prati. La tragedia dell’auto sperimentale esplosa in tangenziale a Napoli è al centro di due inchieste, una interna al Consiglio Nazionale delle Ricerche e una coordinata dalla Procura di Napoli. Nell’ambito di quest’ultima, una serie di accertamenti importanti, riporta Il Corriere della Sera, sarebbe stata affidata ai carabinieri del Ris di Roma incaricati di effettuare una superperizia sia sulla vettura esplosa.



Da capire le cause dell’esplosione del mezzo, una Volkswagen Polo, a seguito della quale sarebbe stata sequestrata anche una seconda macchina ibrida, una Fiat Punto, su cui saranno condotte ulteriori analisi. Al momento, i punti chiave da chiarire sarebbero il contenuto delle bombole posizionate all’interno dell’auto esplosa e il funzionamento del kit di trasformazione del mezzo da diesel a ibrido. Nell’alveo dell’attività investigativa anche un filone amministrativo che punterebbe ad accertare i flussi di finanziamenti pubblici, regionali ed europei, di cui sarebbero beneficiarie le società parte del progetto. Al vaglio degli inquirenti anche il nodo autorizzazione: non è ancora chiaro se la ricercatrice e il giovane tirocinante fossero impegnati in un viaggio e in un percorso autorizzati.